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Biasimato e incolpato: è iniziata la riconquista del pugnace Milik

Biasimato e incolpato: è iniziata la riconquista del pugnace Milik

Arkadiusz Milik è pronto a riprendersi il Napoli e i napoletani dopo un inizio particolarmente complicato. Le critiche sono state pesanti e continue, lui risponderà sul campo: ha già iniziato la riconquista

Salvatore Amoroso

Se esistesse la perfezione, non ci sarebbe la critica: elemento sacrosanto di ognuno per esprimere il proprio parere circa una data situazione. Ma resta fine a sé stessa quando usata solo per sfogarsi sui social, al bar, in piazza o allo stadio.

Nel calcio (nel caso che qui si analizza), prima di una critica, va studiata a fondo la situazione perché è uno sport tanto preciso quanto mutante che rischia di mettere spalle al muro chi sentenzia senza lasciare il beneficio del dubbio. È già successo e succederà ancora.

Adesso tocca ad Arkadiusz Milik affrontare il banco d'accusa ed uscirne pulito. Da un po' di tempo è iniziato il tiro al bersaglio (definizione forse troppo ardua che, però, rende bene l'idea) contro l'attaccante polacco, reo di non essere un rapace d'area di rigore e non trasformare in gol ogni pallone che tocca. Alcuni media, addetti ai lavori e tifosi chiedono la testa di Arek, certe volte la esigono, in cambio di un attaccante da 30 gol a stagione, di quelli che fanno vincere coppe e campionati, o almeno dovrebbero.

È qui che la critica assume la piega sbagliata: quella della superficialità. È vero, Milik non è il goleador più prolifico della storia del Napoli ma in questo momento storico, con Carlo Ancelotti in panchina, è la punta perfetta per la squadra; basta studiarne le caratteristiche e i numeri per rendersene conto.

CARATTERISTICHE

Il 99 è il compagno perfetto per ogni attaccante che il Napoli ha in rosa: è rapido, tecnico, libero da riferimenti fissi per gli avversari, capace in un reparto a due o tre, abile palla a terra, sa far salire la squadra e aiuta in fase di non possesso, oltre che in fase di costruzione, è forte nel calciare da fuori area e di testa, è micidiale di sinistro. Pecca certamente di destro, in leadership e certe volte in personalità ma ha un'enorme forza d'animo e grande senso del lavoro: due, delicatissime, rotture dei legamenti crociati e due riabilitazioni eccellenti.

NUMERI

La passata stagione è segnata dal ritorno a pieno ritmo di Milik che tra campionato e coppe ha collezionato 48 presenze (13 da subentrato), 3322 minuti, 20 gol e 5 assist. Statistiche chiarissime: una rete ogni 166 minuti o anche una rete ogni due gare.

Nello studio di un calciatore o di una squadra, i numeri sono la base. Non sono solo cifre ma servono a stabilire il livello di ogni singolo calciatore e, di conseguenza, del club a cui appartiene. Quelli di Milik sono numeri di altissimo profilo, da centravanti moderno, da punta di grande personalità.

E allora perché criticare aspramente e volere altro? Con i nomi che ha proposto il calciomercato estivo, l'ambiente intorno al Napoli si è sbizzarrito, ha affinato il palato e ha sottovalutato il potenziale già presente in rosa, dimenticando, però, che un attaccante così funzionale è difficilmente rimpiazzabile. Dunque, spesso, si critica per il gusto di farlo, per avere il mirino puntato su questo o quel calciatore. L'arrivo di Llorente e la possibilità che ha Ancelotti di ruotare vari interpreti da prima punta, fara sì che, nella nuova stagione, Arek sentirà il peso, positivo, della concorrenza e dovrà lottare per la titolarità. Camminerà sul filo del rasoio, così da doversi sbracciare per scendere in campo e guadagnarsi il titolo di bomber indiscusso. Ma non va chiamato "polipo" il maggior realizzatore della passata stagione. Non si può!

Milik non è il Re Mida dell'area di rigore, non trasforma in oro ogni pallone a sua disposizione ma state certi che non sopperirà alla sua brama di sfarzo e ricchezza, come succede a qualcun altro.