14 punti in 21 gare, terzultimo posto con distacco dalla zona-salvezza, ambiente sfiduciato, contestazioni alle figure societarie, ma soprattutto una situazione irreversibile in campo, con una squadra priva di forze, di reazione e di uno straccio di gioco. Non c'era nulla in quel Bologna, in confusione mentale e tattica, tutti si ponevano domande se questa squadra fosse adatta alla serie A, se gli uomini, gli stessi uomini che adesso vengono portati in trionfo, fossero capaci di giocare in un club glorioso come quello rossoblu, a fronte di un mercato che lo scorsa estate ha visto il Bologna perdere alcune pedine fondamentali come Verdi e Masina. Di sicuro nemmeno il più ottimista dei tifosi poteva mai pensare che quei 14 punti in 21 gare, si sarebbero tramutati in 41 dopo 37 e una salvezza conquistata con una giornata d'anticipo (e solo perché la quota si è alzata di botto negli ultimi turni). Artefice di questo miracolo è sicuramente Sinisa Mihajlovic, l'uomo del destino bolognese, l'uomo capace di far trovare uno spirito, un gioco, un'identità ad una squadra che sembrava morta, un fantasma. I numeri sono impietosi per Filippo Inzaghi, l'allenatore delle prime 21 gare, sfortunato ma anche colpevole in alcune situazioni, come lo 0-4 casalingo contro il Frosinone che gli è costato la panchina. Pronti via, e al debutto del neo-tecnico, c'è la vittoria di "San Siro" contro l'Inter (0-1) firmata Santander, il filotto poi prosegue con il successo di Torino (2-3) e altre prestazioni importanti con tutte le big, ma sfortunate (2-1 con Roma e Milan, 0-1 con la Juventus). Ma è in casa che il club felsineo ha dato il meglio: dopo la sconfitta con i bianconeri, infatti, sono arrivate sei vittorie consecutive, serie ancora in corso, che potrebbe arrivare a sette in caso di successo contro il Napoli.
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L’AVVERSARIO – Bologna brinda alla salvezza: 27 punti in 16 gare, un miracolo targato Mihajlovic
Il focus sul prossimo avversario del Napoli, il Bologna salvo matematicamente grazie alla cura Mihajlovic
PROBABILE FORMAZIONE (4-2-3-1): Skorupski; Mbaye, Danilo, Lyanco, Dijks; Dzemaili, Pulgar; Orsolini, Soriano, Palacio; Destro
UOMO CHIAVE: Soriano
Ma cosa ha fatto Mihajlovic per dare la scossa e raddoppiare i punti ottenuti dalla precedente gestione con 1/3 delle gare a disposizione? Alla fine è bastato impostare tatticamente la squadra con il 4-2-3-1, senza più confusioni e stravolgimenti, affidarsi a degli uomini chiave e ad un undici scelto, e poi tanto carattere; soprattutto dal punto di vista mentale e psicologico c'è stata la vera scossa dei felsinei. Con una squadra aggressiva, pronta a giocarsela con tutti, senza rinunciare mai ad attaccare o fare troppi tatticismi come alcune concorrenti in lotta per la salvezza. Il 3-3 di Roma contro la Lazio di lunedì, certificazione della permanenza in serie A, è la prova. Hanno inciso anche gli acquisti di gennaio, con l'arrivo di Sansone (in forte dubbio per problemi fisici per la gara contro il Napoli) e Soriano. Soprattutto quest'ultimo è stato l'ago della bilancia di Mihajlovic, grazie al quale ha potuto cambiare modulo, passando da un difettoso 4-3-3 al più offensivo schieramento attuale. Uomini fondamentali della riscossa sono stati anche Skorupski, Danilo, Dijks, Poli, Pulgar, Orsolini, Palacio e quando schierato anche l'ex Napoli Dzemaili. Nello scorcio finale di stagione è emerso Destro, a lungo finito nel dimenticatoio. Un mix di giocatori esperti e di qualità, ad altri giovani in ascesa.
Tony Sarnataro
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