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Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, ha scritto una lettera al Presidente della Repubbic

Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, ha scritto una lettera al Presidente della Repubbic

Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, ha scritto una lettera al Presidente della Repubbica, Sergio Mattarella, per mostrare la sua indignazione nei confronti della decisione sull’assassino del figlio: “Sono disgustata e indignata,...

Redazione

Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, ha scritto una lettera al Presidente della Repubbica, Sergio Mattarella, per mostrare la sua indignazione nei confronti della decisione sull'assassino del figlio:

"Sono disgustata e indignata, furiosa per come non la Giustizia, ma l'interpretazione della legge abbia offeso la memoria di mio figlio, Ciro Esposito, e irriso il dolore e l'attesa di giustizia di noi e degli italiani. Quasi non volevamo credere che un tribunale avesse ridotto da 26 a solo 16 anni, la pena. Aspettavamo le motivazioni di quella incomprensibile sentenza, per capire. E ora le abbiamo. No, Signor Presidente, non accetto, non posso consentire che la tragedia che ha distrutto la nostra famiglia sia definita 'una bravata' dal tribunale che doveva renderci conto del crimine e del dolore che ha cambiato le nostre vite, è un insulto che un omicidio sia ridotto a malaugurata azione 'dimostrativa'. Dimostrativa di che? Di quanto si può sopravvivere dopo essere stati sparati con una pistola? La logica e la decenza si ribellano all'idea che si cerchi di giustificare l'assassino, 'insofferente per la presenza di tanti tifosi napoletani. Le hanno ucciso un fratello, Presidente. Lei riesce a dimenticarsene? Riesce a svegliarsi la mattina senza pensare: lui non c'è? Riuscirebbe a tollerare che nelle motivazioni per l'omicidio di suo fratello si potesse leggere la banalizzazione della sua tragedia e della vita soppressa con termini quali 'bravata', azione dimostrativa? Se la legge consente questo, la legge è sbagliata. Se la legge non lo consente, è sbagliata l'interpretazione della legge. Se non dovessi avere nemmeno da Lei un segno di maggiore giustizia quando scatterete ritti dinanzi al tricolore o per l'inno nazionale, non si sorprenda se io mi girerò di spalle". REDAZIONE - Salvatore Amoroso.