Carlo Ancelotti, allenatore del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de Il Mattino. Ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926.it:
ultimissime calcio napoli
Ancelotti: “Non mi aspettavo la chiamata del Napoli, voglio vincere! De Laurentiis? Ecco cosa penso”
Ancelotti: "Voglio vincere a Napoli, ho una rosa competitiva. Allan? Merita questa convocazione".
Sul match contro la Roma: "Dobbiamo tenere sotto controllo Dzeko, è una partita bella ed appassionante. La Roma ha preso giocatori giovani, ma ha anche cambiato alcune cose".
Sulla vittoria contro il PSG: "I complimenti arrivano per i risultati che la squadra riesce ad ottenere. Siamo stati apprezzati per la personalità ed il coraggio. I complimenti fanno bene, ma non ci devono far perdere la realtà delle cose. Domenica c'è n'altra gara importante".
Sul presidente: "De Laurentiis mi è sembrato schietto e leale. Non mi aspettavo la chiamata del Napoli, ero sicuro che si continuasse con Sarri. Quando sono stato contattato sono rimasto sorpreso ma convinto che fosse la scelta giusta per il progetto, la qualità dei giocatori e l'entusiasmo della città. Il presidente è vulcanico, molto generoso: mi ha invitato tante volte. Con lui si sta ben , non si parla solo di calcio. È un piacere passare una serata con lui e la moglie. A tressette io sono il più forte d'Italia (ride, ndr). A volte gli faccio credere che sia meglio lui. La formazione a volte mi è molto chiara, a volte ho qualche dubbio. Solitamente la mattina della partita l'ho già deciso. Con il Paris Saint-Germain avevo un dubbio legato al centravanti ma era quasi tutta già decisa".
Sul contratto: "Eravamo ad Ischia, l'ho chiamato per la questione contratto. Lui mi ha detto che poi se ne parlava. Se vuole parlarmi ne parliamo".
Sugli acquisti: "Dire che non si è investito sul mercato è un falso storico. Il Napoli ha preso Verdi, Meret, Fabiàn Ruiz, Malcuit. Sono giovani molto bravi, l'ossatura era la stessa degli anni passati perché era valida".
Sui nuovi ruoli: "Sono contento quando la squadra gioca bene. La scelta di Insigne più centrale è dettata dalla voglia di difendere in maniera diversa, ma è legata ad un aspetto difensivo e non offensivo".
Su un difetto del Napoli: "È una squadra che può crescere nella personalità e nella gestione dei momenti delle partite. Ci sono momenti in cui bisogna soffrire, sacrificarsi ed essere furbi".
Sulla crescita: "Siamo migliorati nell'approccio alla gara, riusciamo a gestirla meglio ma si può ancora migliorare. In questo si cresce quando si fa bene in campo.
Con i ragazzi che lavorano con me abbiamo deciso che quanto facevamo l'anno scorso non andava cambiato, anche se al Bayern non è andata bene. È cambiato l'interlocutore, sta nella voglia dei calciatori. È come il segreto di Pulcinella".
Sull'eredità di Sarri: "Questo confronto non mi ha mai infastidito, conosco benissimo Maurizio. Sarri è stato amato perché ha ottenuto risultati legati al gioco ed il Napoli comandava tutte le partite con un lavoro di tre anni. Ho trovato un campo già ben arato".
Sulla Champions: "Il girone resta difficile, sarebbe stato un po' più semplice vincendo contro il PSG. Occorre una terza impresa. Serve la spinta dei tifosi, ma nel momento in cui c'è la squadra. Sono sicuro che loro ci spingeranno, ma non dobbiamo pensare che sarà determinante solo quella".
Sullo scudetto: "Sarebbe ora che qualche squadra del Sud vincesse, al momento c'è solo il Napoli. Gli azzurri possono riuscirci, faremo di tutto e anche di più".
Sulla stampa che ha sfavorito il Napoli ad inizio campionato: "In estate si va sempre dietro ai nomi, le altre hanno fatto grandi acquisti ed è per questo che è stato più semplice far pendere la bilancia dall'altra parte".
Sul ritiro: "Ci ha aiutato molto il periodo in montagna, i calciatori hanno capito la mia idea di attaccare in verticale. Carletto? Mi piace quando mi chiamano così".
Sulle parole di Allegri: "Credo che ogni allenatore voglia che la propria squadra giochi bene e vinca, se giochi male perdi".
Sulla gestione della squadra: "Non ho mai fatto una rotazione così ampia come ho fatto qui, ma perché i componenti della rosa si equivalgono. Se ho Ronaldo e dietro di lui un altro calciatore che non riesce a tenergli testa, allora Ronaldo riposa poco. La gestione varia da squadra a squadra, c'è differenza. A Napoli c'è molto equilibrio".
Sul senso del calcio a Napoli: "Mi rispettano molto in città. Il calcio è una parte molto importante qui, forse è l'aspetto predominante. Il fatto che la squadra vada bene è un momento di gioia, mi sembra però che l'immagine che l'immagine che c'è da fuori di Napoli non rispecchia quella che è all'interno. per capire quanto è bella Napoli deve vivere a Londra, Parigi e dopo si capisce quanto è bella questa città".
Sull'Italia: "Purtroppo la rivalità sportiva si è trasformata in cattiveria e maleducazione. Andrebbe sradicata questa concezione, bisognerebbe abbassare i toni e rendere gli stadi più adatti alle famiglie".
Su che tipo di allenatore è: "Mi piace molto quello che faccio, alle volte sono anche troppo paziente ma è anche un grande pregio. Sono stato in grandi club perché mi hanno voluto loro e qualche discussione è normale".
Sul figlio Davide: "Solitamente mi chiama papà mentre quando mi chiama mister lo fa ironicamente, solitamente quando siamo in compagnia di qualcuno. Lo vedo come allenatore, sta facendo esperienza anche se ne ha fatta già parecchia. De Laurentiis lo vuole? Non lo so (ride, ndr.). Il mio staff è giovane, competente e l'ambiente è buono perché a Castel Volturno c'è unità di intenti. È un ambiente familiare, ma non è così semplice".
Sull'amicizia tra allenatore e giocatore: "Si può diventare amici, cerco di avere un rapporto confidenziale con tutti. Ma è giusto sapere il limite".
Sul calcio italiano: "Credo che questo paese sia rimasto indietro a livello di struttura, anche se al momento grandi campioni non ce ne sono. Ma esiste un gruppo di giovani che è forte come Insigne, Barella, Chiesa. In Italia la gente non va allo stadio perché la struttura non è all'altezza. All'estero si va a trascorrere un'intera giornata perché ci sono bar, ristoranti mentre in Italia tutto questo manca".
Su Meret: "Torna presto, senza fretta. Credo possa tornare subito dopo la sosta".
Sulla gestione di tre portieri: "È un bel vantaggio, al momento ne gestiamo due ma quando ci saranno tutti e tre ci sarà da ridere (ride, ndr)".
Sul progetto: "Voglio provare a portare il Napoli a vincere un trofeo importante. Si può e si deve essere competitivi nelle tre competizioni".
Su un futuro da allenatore: "Secondo me Hamsik, Callejon, Albiol e forse Ghoulam. Quello che può saltar fuori meglio secondo me è Callejon perché vede le cose molto chiaramente e parla al momento giusto".
Sulla cazzimma del Napoli: "Non sempre questa squadra ha cazzimma".
Sul campionato: "La Juve è molto forte e continua, per batterli bisogna fare qualcosa di straordinario. Tutti dicevano che battere il Liverpool era qualcosa di straordinario, ma è stato fatto. Fare qualcosa di straordinario non significa fare qualcosa di impossibile".
Su Napoli-Roma: "Credo che sarà una bella partita perché sono due squadre che vogliono giocare ed imporre il proprio dominio".
© RIPRODUZIONE RISERVATA