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Cts, Villani: “Il tampone non dà certezze, Italia modello nel mondo ma il calcio riparte a una sola condizione”

Cts, Villani: “Il tampone non dà certezze, Italia modello nel mondo ma il calcio riparte a una sola condizione”

A Radio Marte nella trasmissione “Si gonfia la rete” è intervenuto il Professor Alberto Villani, membro del comitato tecnico-scientifico istituito dal governo e Presidente della società italiana pediatria: “Il Comitato...

Sabrina Uccello

A Radio Marte nella trasmissione “Si gonfia la rete” è intervenuto il Professor Alberto Villani, membro del comitato tecnico-scientifico istituito dal governo e Presidente della società italiana pediatria: "Il Comitato tecnico-scientifico esprime pareri specifici su punti specifici, poi c'è la valutazione politica su ciò che va fatto è come. Noi, in merito al calcio, possiamo ribadire che il tampone è la fotografia di un momento. Se un giocatore fa il tampone di martedì ed è negativo (peraltro senza certezza al 100% ma al 70-80% dei casi), può essere dovuto anche ad altri fattori e bisogna tenerne conto. Il fatto che il tampone dica che è negativo non dà certezza sul fatto che non possa diventare positivo successivamente.

Spadafora dice che le nostre valutazioni siano vincolanti, io dico che ciò che è vincolante è il coronavirus. Dipende tutto da lui, ed è la situazione sanitaria che determina valutazioni e scelte".

Villani richiama i cittadini alla responsabilità

Cts, Villani: “Il tampone non dà certezze, Italia modello nel mondo ma il calcio riparte a una sola condizione”

Se continuasse un trend favorevole e quindi si riuscisse a diminuire la contagiosità, allora forse potremmo venire maggiormente incontro al calcio. Cauti con l'ottimismo, perché tutto dipende dal senso di responsabilità dei cittadini. I comportamenti delle persone sono alla base di tutto. Se le precauzioni non si prendono si prenderanno a dovere, l'Italia rischia ancora. Finora l'Italia sta rappresentando un modello nel mondo, e lo dico con orgoglio. Perché non facciamo la domanda inversa e non ci chiediamo perché non siano loro ad adottare il nostro protocollo, più tutelante? In questo momento io preferisco stare in Italia che non in Germania".

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