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Assocalciatori, Pasqual: “Difficile riprendere prima di maggio. Campionato annullato? Succederebbe un pandemonio”

(Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

A Radio Marte, nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete”, è intervenuto Manuel Pasqual. L’ex calciatore e consigliere della Assocalciatori ha parlato della situazione di stasi che vive il calcio a causa della pandemia da...

Sabrina Uccello

A Radio Marte, nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete”, è intervenuto Manuel Pasqual.

L'ex calciatore e consigliere della Assocalciatori ha parlato della situazione di stasi che vive il calcio a causa della pandemia da coronavirus e quali sono gli scenari del momento.

Di seguito le sue parole: “La vedo dura ricominciare il campionato, perché quello che è successo al nord pare che si stia spostando al sud. Stiamo vedendo tanta gente che si sta spostando verso il sud. Prima dei primi di maggio, la vedo dura riprendere il campionato.

(Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Riguardo il taglio degli stipendi, ora come ora, ogni cosa che si dice viene strumentalizzata. Se diciamo di non tagliare gli stipendi, non ci riferiamo solo ai calciatori di Serie A, ma anche a quelli di Serie C che guadagnano 1000 euro al mese. Tommasi dice di aspettare quando finisca il problema, dopodiché ci siederemo a tavola e discuteremo di tutto. Aspettiamo e vediamo cosa succede, come e quando riprenderà il campionato. Un accordo lo troveremo".

Pasqual sulle sensazioni del momento

"Finire il campionato con questa classifica, scatenerebbe un pandemonio. Io da calciatore vorrei giocare sul campo fino alla fine finché non ci sarebbe un verdetto ufficiale. Se il campionato non verrà portato a termine, ho paura che partirà una serie di cause mostruose. La fortuna è che Uefa e Fifa hanno spostato le competizioni di un anno. Si potrà giocare, magari anche a discapito delle vacanze. Su questo ci si può andare in contro.

Come A.I.C. riguardo i presidenti che volevano riprendere gli allenamenti questa settimana, credo che lo volevano fare per una questione di costi e per una questione di perseguire gli obiettivi. Poi, qualcuno ha detto che è giusto riprendere perché il calcio sarebbe un incentivo per l’Italia: questa è una cosa fuori dal normale. Come si potrebbe andare a giocare a Bergamo o a Milano, adesso? Non ha senso! E’ una follia pensare che il calcio possa alleviare 3 ore alle persone che stanno in quarantena. Le tempistiche del tampone non sono uguali per tutti, la situazione è problematica."