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Padovan: “Troppa ipocrisia in Lega, non giocare fa comodo a Cellino e Ferrero”

Ferrero (Getty Images)

Giancarlo Padovan, giornalista di Sky, ha raccontato le ultime dalla riunione dei presidenti in Lega Calcio ai microfoni di Radio Punto Nuovo. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di CalcioNapoli1926.it: “Ci sarebbe uno sforzo comune per...

Luca D'Isanto

Giancarlo Padovan, giornalista di Sky, ha raccontato le ultime dalla riunione dei presidenti in Lega Calcio ai microfoni di Radio Punto Nuovo. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di CalcioNapoli1926.it:

“Ci sarebbe uno sforzo comune per finire il campionato per una questione di regolarità e non assegnare lo scudetto è ridicolo, ancor più lo è un campionato a 22 squadre. C'è ipocrisia di alcuni presidenti, è normale che vogliono fermare tutto qui perché si salverebbero, io sono per lo svolgimento del campionato. Non ho mai sentito tanta ipocrisia come in questi giorni da Cellino e Ferrero. Se ci sono le condizioni si deve giocare, non è che non si gioca perché siamo usciti dalla guerra - che è quasi come una guerra questa che stiamo vivendo - perché ci sono gli interessi di alcuni che non vogliono giocare. Questi hanno facile presa perché battono sulla retorica della malattia, della salute, delle persone scomparse".

 REGGIO NELL'EMILIA, ITALY - DECEMBER 22: Giovanni Carnevali of US Sassuolo talks with Aurelio De Laurentiis of SSC Napoli during the Serie A match between US Sassuolo and SSC Napoli at Mapei Stadium - Citta del Tricolore on December 22, 2019 in Reggio nell'Emilia, Italy (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Padovan: "Cellino e Ferrero, quanta ipocrisia e retorica"

Riguardo l'ultima riunione in Lega Calcio, l'edizione odierna de Il Mattino ha spiegato: “De Laurentiis ha spinto anche per entrare nei dettagli di un piano per il taglio degli stipendi; vista l’incidenza del 67 per cento sul fatturato dei club, i presidenti ipotizzano che si possa arrivare a una decurtazione anche del 30 per cento sul monte ingaggi complessivo. […] Un taglio non uguale per tutti: si va da un minimo del 15 per cento per chi guadagna 300 mila euro a un massimo del 30 per cento per gli ingaggi superiori a 1,5 milioni di euro”.