Sulle responsabilità della Juventus: "Senza ammettere nessuna colpa, come in tantissimi oggi vanno ancora sostenendo. Perché i legali si sono avvalsi dell’articolo 127 del codice di giustizia sportiva, quello che applica "una sanzione su richiesta dopo il deferimento" anziché del 128, che prevede invece “la collaborazione da parte degli incolpati” e , come tale, la spontanea ammissione dell’azione dolosa. La Juve non lo ha fatto, ha preferito solo chiudere in fretta questa ennesima brutta pagina della giustizia sportiva, con la quale è pressoché impossibile provare a difendere propri diritti e ragioni. La sentenza sulle plusvalenze n’è stata la dimostrazione plastica: si è fatto ricorso ad un generico principio di slealtà (art. 4) in mancanza di un articolo specifico del codice che normasse la materia, finora sanzionata con delle ammende. "Ci hanno accusati di violare un articolo e condannato per un altro" la sintesi di Calvo".
Sulla multa: "A proposito di multe, aver scelto di patteggiare la pena per la tranche relativa a stipendi, side letters, partnership e quant’altro ha permesso di ridurla di quasi la metà. Quindi, per quei gravissimi e indicibili capi d’accusa imputati alla Juventus, l’ammenda all’origine – e senza patteggiamento - sarebbe stata quantificata in circa 1 milione e mezzo di euro. Per le plusvalenze, ritenute all’unanimità, da esperti e media, come “la tranche d’inchiesta meno grave” sono stati dati 10 punti di penalità, partendo da un’iniziale – 15. La sproporzione, e quindi la fregatura, sta proprio nei numeri".
Su Gravina: "Chi ha manifestato invece soddisfazione è stato il presidente federale Gravina, secondo il quale "il risultato più bello per il calcio italiano è stato l’aver trovato un momento di serenità". Tradotto: per fortuna abbiamo evitato il TAR. Che era ciò che la sua federazione e l'autonoma giustizia sportiva si sarebbero meritato".
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