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Gasperini polemico: “Sbagliato fermare tutto. A Bergamo siamo organizzati, ma a Napoli e Roma…”

Gian Piero Gasperini (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

Gasperini rilascia delle dichiarazioni non al miele al Corriere Dello Sport.

Mattia Fele

Gasperini è reduce dalla vittoria - che merita solo applausi - dell'Atalanta in Champions, con conseguente passaggio del turno. Ha meritato ogni tipo di complimento per una compagine che ha superato e continua a superare ogni aspettativa e ogni limite tecnico. Ha costruito un vero carro armato, dimostrando anche di essere un allenatore di ampie vedute. Detto questo, l'allenatore dell'Atalanta ha voluto poi sfogarsi - forse esagerando (senza forse) - rilasciando un'intervista al Corriere dello Sport, sull'argomento del mese: Il Coronavirus e la sospensione del campionato di Serie A e del calcio tutto, prossimamente. Ecco il suo intervento.

Le parole di Gasperini

 "Stiamo trattando il Coronavirus come la peste. Stiamo cambiando le vite di tutti, vedo un mondo al rovescio. Ho visto che sono state spostate tutte le partite di Europa League e succederà anche con la Champions. Nel giro di poche ore siamo passati dalla gioia per la qualificazione alla consapevolezza di star per vivere un qualcosa di inimmaginabile. Sento ambulanze, gente che dice state in casa, state in famiglia. E da queste parti almeno siamo super organizzati. Mi chiedo cosa potrebbe accadere a Roma o Napoli."

Ad ogni modo noi italiani sappiamo adattarci. Poi devo dire una cosa: mi ha dato fastidio la speculazione politica sui soliti temi; i calciatori e gli interessi economici, i soldi che si perdono. E' demagogia pura. Avevo gradito il primo decreto che consentiva le partite a porte chiuse. Trovo che il calcio sia terapeutico, diamo due ore di svago a queste persone, invece niente. Il calcio come antidepressivo, come forma di sopravvivenza, è così che lo considero. Le abitudini sono importanti, e non solo per noi italiani la visione di una partita, una parentesi di leggerezza, può risultare importante. Hanno voluto dare un segnale forte, bah. Bisognava andare avanti con le porte chiuse, io la penso così”.