Caso scommesse? Ero l’agente di Fagioli, ho un ottimo rapporto con la famiglia, abbiamo avuto visioni diverse in alcune situazioni, ma ho un buon rapporto sia con la madre che con il padre del ragazzo. Ho sentito il papà, mi ha detto che era un’affermazione generica e non si riferiva al figlio, né alla nostra gestione poichè lo abbiamo seguito. Abbiamo informato i nostri giocatori sui regolamenti, ci siamo sempre relazionati con le famiglie. Non avevo idea che la situazione fosse questa, ma faccio un’altra considerazione: se hanno infranto dei regolamenti devono rispondere proprio per il rispetto dei regolamenti stessi. Il secondo discorso che voglio fare però è che qui ci sono ragazzi giovani, che vengono bombardati da sollecitazioni sociali, comunicazioni, sul fatto di scommettere. Il mondo delle scommesse è più invasivo di quello che era il mondo delle sigarette. Lo stato guadagna dalle entrate delle scommesse, dal gioco d’azzardo, ma è un problema perché crea delle dipendenze. Se riconosciamo la ludopatia come una dipendenza, questa colpisce tutti dal pensionato al calciatore. Un conto è scommettere sul calcio e un altro è alterare il risultato delle partite".
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