Bodø/Glimt-Roma ci ricorda l'importanza di avere un'identità, ricorda che non sono i singoli a vincere le partite.
serie a
Bodø/Glimt-Roma: quando il gruppo supera i singoli
La caduta romana in terra norvegese ricorda che il calcio rimane uno sport di squadra
Bodø/Glimt-Roma: l'importanza di avere un'identità
Bodø/Glimt-Roma è il perfetto esempio di Davide che batte Golia. Sconfitta pesante che lascia un grande dilemma: demeriti Roma o meriti del Bodø/Glimt? La squadra di Mourinho si presenta al match con una rosa imbottita di riserve ma ciò che lascia sconcertati è la totale disorganizzazione degli 11 titolari vista in campo. Va detto che la Roma schierava riserve che oggettivamente in Eliteserien sarebbero delle star. Il problema dunque risulta nel modo in cui vengono schierate, dal 1' minuto i giallorossi erano in balia del gioco dei norvegesi. Il centrocampo era composto da giocatori troppo simili e non ideali al gioco di Mourinho, lasciando una difesa già in estrema difficoltà senza filtro. La tanta disorganizzazione mostrata dalle secondo linee è figlia della mancanza di un'identità di squadra che non si fermi solo a 12-13 giocatori.
Situazione totalmente diversa in casa Bodø/Glimt salita alla ribalta del proprio campionato esprimendo un gioco offensivo di buon livello. Grazie al quale ha conquistato il titolo nazionale l'ultimo anno. Il Bodø non è una delle squadre più titolate della Norvegia, anzi tutt'altro, quello del 2020 è stato il primo campionato vinto della storia. Grazie all'allenatore Kjetil Knutsen e dirigenza sono riusciti ad amalgare una squadra di qualità che in 4 stagioni è passata dalla seconda divisione al tetto di Norvegia, superando tutte le difficoltà strutturali ed economiche che si fronteggiavano. La vittoria sulla Roma non è altro che un premio, inevitabile conseguenza di tale lavoro che può permettere loro di maturare, crescere e di affacciarsi con più convinzione al palcoscenico europeo.
Tanto lavoro aspetta a Mourinho sulle seconde linee anche in vista del ritorno dell'Olimpico, ora che si sa il Bodø/Glimt non è da sottovalutare.
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