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L’ex Bertini denuncia: “Arbitri in Serie A senza qualità, AIA sistema non democratico”

SEVILLE, SPAIN - DECEMBER 1:  Guimaraes players complain to referee Paolo Bertini during the UEFA Cup Group H match between F.C. Sevilla and Vitoria de Guimaraes at the Sanchez Pizjuan stadium on December 1, 2005 in Seville, Spain. Sevilla won 3-1.  (Photo by Denis Doyle/Getty Images)

Arbitri | Paolo Bertini, ex arbitro internazionale, è intervenuto oggi ai microfoni di Radio Punto Nuovo. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di CalcioNapoli1926.it: “In passato gli arbitri italiani rimanevano sempre fuori per la troppa...

Luca D'Isanto

Arbitri | Paolo Bertini, ex arbitro internazionale, è intervenuto oggi ai microfoni di Radio Punto Nuovo. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di CalcioNapoli1926.it: “In passato gli arbitri italiani rimanevano sempre fuori per la troppa bontà. Ricordo che ogni Federazione poteva presentare un solo candidato, recentemente due. Adesso abbiamo una situazione contraria: nemmeno un nominativo da presentare alla FIFA per i Mondiali in Qatar".

Bertini sugli arbitri: "In Serie A non c'è qualità"

“Non c'è uno sviluppo della categoria arbitrale così forte da rendere la stessa categoria tanto importante quanto lo è stata in passato. Stento a credere ci siano lacune generazionali, ma ciò lo vediamo anche nel nostro campionato: una qualità media arbitrale decaduta. La qualità che manca in Serie A, abbastanza eclatante - stento ad individuare arbitri che valgano quanto quelli che hanno cominciato con me - si paga anche a livello internazionale. L'AIA ha un sistema democratico abbastanza atipico, fatico a definirlo 'democratico'.

Quando in Italia le cariche elettive hanno una durata di mandato massimo, il gioco è fatto: se si comincia a fare la prima eccezione, si vive in un regime di eccezione continua. E' giusto che il problema dovrebbe essere posto agli organi federali, una base di rinnovamento credo sia corretta in tutte le associazioni".

“Nicchi ha fallito? E' stato nominato presidente dell'AIA dopo Calciopoli. Ha dovuto ridare credibilità al mondo arbitrale, un compito non facile. Ha ottenuto quello che altre dirigenze non erano riuscite ad avere: autonomia e schermatura del mondo arbitrale. Deve essere valutato dal punto di vista tecnico, associativo ed organizzativo. Sicuramente ha dato un impulso all'inizio del mandato, ma quando uno si trova sulla stessa poltrona seduto per troppo tempo, il contributo innovativo si affievolisce".