Il caso Zaniolo ha polarizzato l'attenzione mediatica italiana lungo tutte le infinite ultime ore di calciomercato. Prima no, poi sì, e a quel punto il no degli inglesi. Posizioni labili, convinzioni ballerine, un'unica certezza: se si continua nel braccio di ferro tra Società Roma e calciatore, perdono tutti. E ora che i giochi sono chiusi e Zaniolo è rimasto giallorosso, bisognerebbe ricostruire insieme. Almeno fino a giugno.
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Zaniolo, il consiglio: “Torna coi piedi per terra”. E alla Roma: “Via gli inasprimenti”
Zaniolo e Roma, un po' di buon senso!
L'analisi di Ivan Zazzaroni pubblicata oggi sul Corriere dello Sport non lascia spazio a dubbi: per il bene di tutti, è necessario che le parti si vengano incontro. Ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "Rappattumare significa rappacificarsi in modo provvisorio o superficiale. Oggi non vedo altra soluzione: è interesse di tutti. A mercato chiuso e futuro incerto, Zaniolo e i Friedkin dovrebbero coniugare il verbo all’indicativo presente, trascurando per i prossimi quattro mesi e mezzo pratiche dannose e inutili quali l’attribuzione reciproca di colpe e responsabilità. Tanto si sa chi ha toppato di brutto: Nicolò. Un’insofferenza quasi patologica, troppi voli di fantasia e qualche consiglio sbagliato (sempre che li ascolti, ci sono anche quelli buoni) l’hanno spinto a oltrepassare il confine del buonsenso, della professionalità e perfino del mercato. Agli americani sono girate le balls, mentre Mourinho, col quale Nico ha sempre avuto un buon rapporto («non si è mai risparmiato, allenandosi e giocando al massimo» le parole del tecnico), ha tutelato - per ruolo, natura e contratto - gli interessi del gruppo e dell’azienda: il giorno che José se ne andrà - mi auguro il più tardi possibile - aprirà il “libretto nero Special” e allora ci sarà da divertirsi. E qualcuno tremerà. Non sono nella testa di Dan Friedkin - mi basterebbe il portafoglio - per cui non so dire se sia disposto o meno a siglare una tregua ancorché di convenienza: sento parlare di causa per inadempienza, la ritengo insostenibile. Sono certo però che se la proprietà decidesse di reintegrare Zaniolo, Mou lo allenerebbe e considererebbe come ha sempre fatto. In tal caso la reazione della squadra dovrebbe essere gestibile: sono tutti professionisti a modino. Resta da vedere come la prenderebbe la curva che non ha affatto gradito il “tradimento”. Nico ha 24 anni e se da questa storia riuscirà a ricavare un insegnamento potrà ancora ritagliarsi una bella carriera anche a livello internazionale. Tornare sulla terra, scusandosi in fretta con tutti, è quello che gli suggerisco. Il calciatore senza campo non è più calciatore, la società che paga il calciatore senza campo perde soldi e risorse tecniche. Impegno, serietà, assist e gol sono la medicina che cura mali, malesseri e malumori. A ben pensarci, certe zuffe non vanno affrontate con i ritmi della cronaca: il disappunto dei Friedkin non è fastidio, la rabbia dei tifosi non è castigo, la voglia di Nico di fuggire non è tradimento".
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