Dure e malinconiche le parole di Guido Trombetti, ex Rettore della Federico II, che oggi sulle colonne de Il Mattino analizza un Mondiale senz'anima, che fatica a conquistare i cuori del pubblico
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Trombetti: “Mondiale senza fascino, location antisportiva e campioni mercenari”
Trombetti: "E' un Mondiale che va contro i valori dello sport: come ignorare tutto il contorno sociale della kermesse calcistica?"
Ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "Sono cominciati i campionati del mondo di calcio. Ma non avverto alcuna attrazione. Come mai? In primis non si può restare indifferenti al clima che si è sviluppato intorno ad essi. Come negare che il business la fa da unico padrone? E che l'unica logica che ha sotteso l'organizzazione dell'evento è stata quella degli affari? In totale dispregio di ogni considerazione di carattere etico, sociologico o politico. Ragion per cui la scelta della localizzazione contrasta con i valori alti dello sport. Che dovrebbero sempre essere coniugati unitamente ai principi di libertà individuale e di tutela della vita delle persone e della sicurezza sul lavoro. Ma c'è dell'altro (...) Ogni Mondiale aveva un giocatore simbolo che, consacrato dalla competizione, alimentava la memoria di quel torneo (...) Fino al sommo Maradona. Giocatori che incarnavano l'orgoglio di una nazione calcistica e segnavano una stagione del calcio diventando un po' cittadini del mondo. E alimentavano i sogni dei ragazzini che giocavano sui polverosi campetti di periferia. Non è che al Mondiale oggi non partecipino fuoriclasse. Ma la loro immagine è avvolta nei fumi degli ingaggi stratosferici. E appaiono più come mercenari che come bandiere di una comunità. In fondo molti non sanno nemmeno quale è la nazionalità di Neymar o di Mbappé mentre conoscono, più o meno, l'ammontare dei loro guadagni".
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