"Quello che è successo a Salerno non ha nulla a che fare con le rivalità sportive, anche quelle più accese. Il video diventato virale non è nulla rispetto a quello che ho vissuto lavorando in condizioni di pericolo costante, minacce, insulti. Ero a Salerno per fare il mio lavoro di giornalista e raccontare la festa di una città che sogna la serie A dopo 23 anni di attesa ed è disgustoso e vergognoso che un gruppo di teppisti incappucciati e mascherati mi abbia dato la caccia nel parcheggio dell’Arechi.
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Violenza a Salerno | Parlato, un incubo chiamato Arechi: “Mi hanno dato la caccia nel parcheggio, ho corso un pericolo”
“Quello che è successo a Salerno non ha nulla a che fare con le rivalità sportive, anche quelle più accese. Il video diventato virale non è nulla rispetto a quello che ho vissuto lavorando in condizioni di pericolo costante, minacce,...
Parlato sulla disavventura dell'Arechi
Per mia fortuna ed abilità sono riuscito a scappare. Mi è stato consigliato di non ritornare a raccontare la festa per la mia incolumità. Che la Salerno sportiva prenda le distanze da questa gente che sporca l’immagine di una tifoseria passionale come quella granata. Che la Salernitana torni in serie A è un orgoglio per tutta la regione Campania che ama il calcio". Lo scrive Manuel Parlato su Facebook. Il giornalista di Sportitalia che voleva semplicemente documentare la possibile promozione dei granata è stato aggredito da un gruppo di sedicenti tifosi. Al collega tutta la solidarietà da parte della redazione di Calcionapoli1926.it.
* L'immagine in evidenza è tratta dal profilo Instagram di Manuel Parlato.
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