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Victor continua a ruggire, la storia del predestinato che vuole prendersi il Napoli

Victor continua a ruggire, la storia del predestinato che vuole prendersi il Napoli

La fame e la voglia di arrivare di un ragazzo che ha conosciuto troppo presto il dolore

Sara Ghezzi

Cos’è la resilienza? Per tutte le informazioni rivolgersi a Victor Osimhen. Un ragazzone di 1.86 che ha conosciuto il dolore, la povertà, la sensazione di avercela fatta per poi ricadere. Un’infanzia difficile a Lagos. A sei anni perde la madre, il padre perde il lavoro di poliziotto. Victor i suoi fratelli conoscono la fame, quindi iniziano a vivere di espedienti. C'è chi vende giornali, chi l’acqua ai semafori, chi le arance, per poi unire i guadagni provando a vivere di quelli. L’unico momento tutto suo, in cui poteva essere felice era rincorrere quel pallone, l’amico di sempre di quel bambino che intanto iniziava a sognare un futuro diverso per sé e la sua famiglia.

L'inizio del sogno

 (Photo by Stuart Franklin/Bongarts/Getty Images)

(Photo by Stuart Franklin/Bongarts/Getty Images)

 Victor viene notato nei “campetti” di periferia in mezzo ai rifiuti, e da allora inizia a costruirsi il suo sogno. Arriva nella nazionale Under 17 disputando un mondiale da protagonista, tanto da attirare l’attenzione delle squadre europee. Nel 2017 approda al Wolfsburg, in Germania: sembra il primo passo verso il grande calcio, ma ancora una volta il destino di quel ragazzo sembra esser crudele. Un infortunio alla spalla prima e una particolare forma di malaria poi, ne tarpano le ali fino a fargli perdere il treno per il Mondiale di Russia del 2018 con la sua Nigeria. Ma Victor non è tipo da mollare, lui combatte perché quando si vuol toccare il cielo bisogna tener in conto dei crolli. Riparte dal Belgio, il Charleroi in cui brilla il suo talento e fa conoscere il suo istinto per il gol. Nel 2019 il Lille decide di puntare su di lui, e nessuna scelta fu migliore, visto la stagione disputata da Osimhen, anche se a causa pandemia la stagione in Francia non viene terminata.

La grande possibilità con il Napoli

 (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Proprio la grande stagione disputata in Francia accende le luci delle big europee su quel centravanti famelico con una corsa poderosa. Alla fine la spunta il Napoli, che si assicura l’attaccante per il presente, ma anche per il futuro data la sua giovane età. Perché Victor ha solo 22 anni e la strada è ancora tutta da percorrere. All’ombra del Vesuvio arriva con tante aspettative sia per il suo talento, ma anche per il costo del suo cartellino. Il debutto con la maglia azzurra arriva la prima giornata di campionato contro il Parma al 60’ minuto quando i tifosi azzurri trovano il loro nuovo idolo. Perché il centravanti azzurro quella partita la cambia, non siglando un gol, ma mostrando all’Italia intera di cosa è capace. E nelle partite successive si prende la titolarità, siglando il primo gol ufficiale contro l’Atalanta. Negli occhi di tutti c’è la gioia di quel colosso che corre incontro al suo mister, immagine che rimanda al film ‘L’allenatore nel pallone’. Quell’abbraccio è un segno di riconoscenza nei confronti di Gattuso che lo ha coccolato come un figlio fin dal suo arrivo.

La caduta nel momento migliore

 (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Il Napoli ha trovato il suo centravanti, e Victor ha trovato una nuova casa. È un inizio di stagione esaltante sia per il giocatore che per la squadra fino a novembre, quando ancora una volta il destino decide di spegnere il sorriso di Victor. Nuovo infortunio alla spalla, mesi di riabilitazione proprio quando si stava riavvicinando il momento del rientro in campo, un altro ostacolo sulla sua strada: la positività al covid. Piovono tante critiche, per quel viaggio in Nigeria che gli è costato un altro mese di stop, perché rimane sempre mister 80 milioni e certe cose non se le può permettere. Ma Victor è resiliente, la sua vita lo dimostra, e non molla, torna in campo con gli occhi della tigre.

Dopo qualche partita di assestamento, arriva il gol contro il Bologna un girone dopo, poi contro il Crotone, l’ottima prestazione contro la Juventus e contro la Sampdoria ancora una volta un gol dei suoi. Ma Osimhen non è solo gol, no, lui nel corso della partita è molto di più. Recupera palloni, assale gli avversari, scatta, fa salire la squadra, litiga con gli avversari, e sorride, sorride tanto. Ed è proprio quel sorriso che è entrato nel cuore di tutti i tifosi e dei suoi compagni. Sarà anche un po' intemperante ma sa come farsi volere bene. E di certo è uno che suda la maglia. Corre per 90 minuti senza fermarsi mai...

Un futuro tutto da scrivere

 Vìctor Osimhen (Photo by SSC NAPOLI via Getty Images)

Il ragazzo dovrà migliorare tanto, sia dal punto di vista caratteriale, che tecnico. Ma la sua fame, quella farà sempre la differenza. Quando Victor entra in campo lo fa con occhi agguerriti, occhi di un ragazzo che ha conosciuto il dolore troppo presto, ha patito la fame, ha sognato quando sembrava proibito farlo, ha lottato, è caduto e si è rialzato. Per questo le critiche feroci di questi mesi non gli hanno mai fatto paura, lascia parlare il campo, il suo sorriso e i suoi occhi. Ha le spalle larghe Victor e con il suo Napoli lo sta dimostrando diventando sempre più importante per Gattuso. Il futuro è tutto suo, e dopo tante cadute è tornato a brillare. Cos’è la resilienza? Per maggiori informazioni chiedere a Victor Osimhen.

A cura di Sara Ghezzi

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