Del Napoli di Luciano Spalletti si è detto veramente tutto, e all'unanimità si è rimasti sorpresi della gioia e dell'unione dello spogliatoio nella sua interezza. Il tecnico di Certaldo lo sottolineò fin dalle prime di campionato: non esistono titolari e panchinari, esistono i titolari dei 60' e quelli dei 30', ugualmente importanti. E le "riserve", che sono titolari aggiunti, non hanno mai sfigurato, quando chiamati in causa. E hanno esultato ai gol dei compagni con più minutaggio sempre come se fossero i loro. Ed è proprio nelle parole dei "panchinari" che si svela il vero Napoli di Luciano Spalletti, autore di un'impresa straordinaria ancor prima di portare a casa il tricolore.
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Il Napoli di Spalletti è nelle dichiarazioni di Elmas ed Ostigard
Napoli di Spalletti: uno per tutti, tutti per uno
—Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "Elmas seguiva Spalletti dai tempi della Roma, era poco più di un ragazzino e se ne invaghì, da curioso spettatore, quando dalla sua Macedonia già sognava un giorno di giocare in Italia: «Mi piaceva la Roma e poi c’era Totti che era un fenomeno» (...) Poi c'è Ostigard, l’alternativa perfetta, che se ne sta buono in panchina e a chi gli domanda se non giocare sia un peso risponde con un po' di sana filosofia: «In effetti vorrei giocare di più, ma sono in una grande squadra e ne vado fiero, e poi marcare Kvaratskhelia e Osimhen in allenamento non è poi così male...»".
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