In quei 54 giorni a bocce ferme - con gli azzurri che avevano 8 punti di vantaggio in campionato e si erano qualificati per gli ottavi di finale della Champions League dominando il loro girone - il tecnico toscano attese invano un segnale di apprezzamento concreto da parte del suo presidente. Era quello il momento giusto per aprire un ciclo, invece l’argomento del futuro rimase congelato fino a marzo e fu la Pec per il rinnovo unilaterale del contratto ricevuta dalla società a convincere definitivamente l’allenatore a rassegnare le dimissioni. Soltanto chi non conosce Spalletti – almeno un po’ – può credere che abbia avuto paura di difendere lo scudetto alla guida del Napoli".
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