Il termine "mentalità" è diventato una costante quando si parla di Napoli. O meglio, è diventato un richiamo costante. Sia chi è all'interno dell'ambiente, sia i tifosi e chi sta all'esterno menziona o elogia la mentalità degli azzurri. A proferire parola questa volta è stato un volto noto della storia della SSC Napoli: Paolo Cannavaro. L'ex storico capitano ha rilasciato un'intervista ai microfoni del Corriere del Mezzogiorno in merito a questo argomento e tanto altro. Il calciatore conosce bene l'ambiente Napoli - parlano per lui le sue nove stagioni in maglia azzurra - e così come Spalletti, sostiene che gli azzurri possano ancora ambire allo scudetto, nonostante l'amarezza dell'ultima sconfitta in casa contro il Milan.
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Cannavaro: “Niente è perduto per il Napoli. Non è un problema di mentalità”
Le dichiarazioni dell'ex capitano del Napoli Paolo Cannavaro al Corriere del Mezzogiorno
Cannavaro: "La giusta mentalità sta nella pronta voglia di riscatto"
Di seguito le dichiarazioni dell'ex capitano del Napoli Paolo Cannavaro:
"Ho visto la partita, fa male veder perdere il Napoli. Conosco bene il sentimento del tifoso di calcio. Il Napoli ha perso una gara sì importante ma non decisiva, soprattutto in un campionato come questo. Il Milan ha meritato. Nelle mille analisi che si fanno nella mia bellissima città, ci si dimentica del valore degli avversari".
Sul fattore mentalità
"La delusione del momento vale fino a un certo punto. Non conta la reazione a caldo. Conta invece la voglia di riscatto che viene messa in campo appena è possibile. Tra di noi, quando giocavo e perdevamo, ci siamo sempre detti: meno male che fra tre giorni giochiamo di nuovo. Ecco, questa è la reazione". Tutti bravi per il carattere dimostrato all’Olimpico, tutti scemi una settimana dopo per aver perso con il Milan? É impensabile. Ci sono partite e partite, il Milan ha giocato meglio. Punto e a capo, con tutta l’amarezza che ne deriva".
Su Insigne
"Lorenzo vuole andar via lasciando il ricordo migliore. Credo sia il primo a voler vincere lo scudetto. Sarebbe lui il capitano della storia. Poi a volte succede a lui come agli altri di non rendere al meglio, ma da professionista non si risparmia mai. É nel suo interesse, prima di tutto".
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