Oltre 30 anni senza tricolore, per il Napoli. La gestione De Laurentiis dell'ultimo ventennio ha resuscitato una squadra diventata carta da curatori fallimentari e l'ha trascinata nel calcio che conta, lì, tra le big d'Europa. Ora però bisogna crederci, allo scudetto. Crederci davvero. Il Mattino spiega perché il sogno può diventare realtà.
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Napoli-scudetto, si può fare. Ecco perché bisogna crederci
Napoli, tocca alle altre tenere in vita il campionato
Ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "Il Napoli ha mostrato di possedere ormai una specie di memoria genetica nei gesti in campo che, nelle speranze altrui, dovrebbero essersi smarriti nei meandri della memoria per via di questa sosta del Mondiale in Qatar. Perdete ogni speranza, verrebbe voglia di dire a Spalletti, che macina in silenzio. Ha costruito un Napoli capace di vincere in mille modi diversi, di possanza o di guizzo, con i muscoli o il singolo gesto. Osimhen è la sua stella: più che un attaccante, una visione del mondo, fare tutto per tutti e poi ancora per se stesso. L'entusiasmo dell'ambiente è per tutti un fattore a rischio, come se allo stadio ci fosse ancora chi se ne va con un ciuccio in giro per la pista di atletica. Fesserie. Vero, se vinci va bene, ma appena fai qualche passetto falso, senti immediatamente il peso della depressione. Ma è anche vero che sono anni che il Napoli viaggia su quella dimensione, con l'unico momento di imbarazzo legato alla seconda stagione di Ancelotti e finita con l'esonero e l'arrivo di Gattuso. Tempi lontani. La rosa appare completa in ogni reparto, la variante offensiva garantisce soluzioni disparate: l'altro gioiello è Kvara, che sembra davvero incantare tutti per i suoi gesti. Riuscire a fermare una macchina che ha inserito a meraviglia i suoi innesti non sarà semplice. Anche per via del vantaggio: 8 punti significano un jolly di tre partite. E chi insegue le deve vincere tutte".
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