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Nessuna improvvisazione, la rivoluzione del Napoli nasce ai tempi di Ancelotti

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La rivoluzione azzurra parte dai tempi di Ancelotti

Sara Ghezzi

Il Napoli ha vissuto un'estate di rivoluzione che ha gettato nello sconforto i tifosi. Gli addii di Insigne, Mertens, Koulibaly, Fabian Ruiz e Ospina sono stati duri da accettare tanto da portare a diverse contestazioni. Ma dopo il primo mese di campionato e Champions i malumori sono stati cancellati dall'entusiasmo per ciò che questi nuovi ragazzotti stanno regalando in campo. Talento, personalità e sana "cazzimma". Una rivoluzione che spaventava ma che era necessaria per un ciclo finito che ormai non poteva più regalare nulla. Un cambiamento che voleva apportare già Ancelotti ma che non ha avuto buon esito. Proprio su quest'aspetto si è soffermata l'edizione odierna deIl Corriere dello Sport.

Nessuna improvvisazione, la rivoluzione del Napoli nasce ai tempi di Ancelotti

Nessuna improvvisazione, la rivoluzione del Napoli nasce ai tempi di Ancelotti- immagine 2

Di seguito un estratto dell'articolo:

"L'ultimo Napoli ha dato spettacolo, s'è goduto il genio di Lorenzo, l'arte da fuoriclasse di Mertens e il totem Koulibaly, però ha vinto poco: la Coppa Italia 2020. Molto poco rispetto agli obiettivi costruiti con merito, inseguiti e poi smarriti sul più bello: lo scudetto 2021-2 2 è un rimpianto grande così; e due anni fa, lo stesso gruppo aveva mancato la qualificazione Champions in casa con il Verona. L'idea dominante è che un ciclo era finito, probabilmente già con l'ammutinamento dell'era Ancelotti: la rivoluzione studiata dal club non è stata improvvisata. Anzi: il mercato è stato super e presto verrà anche il tempo di Olivera, Ostigard e Ndombele. Tutti di valore. Tutti: ecco perché Napoli ha deciso di godersi il presente. E di sognare il futuro".