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Morte Maradona: le lacrime di Luque in tv dopo l’accusa di omicidio volontario

(Getty Images)

La morte di Maradona è avvolta dal mistero, ma le indagini continuano e sono sette le persone ufficialmente sotto accusa. Tra queste il dottor Leopoldo Luque finito dal primo momento nel mirino della famiglia e di chi ha amato Diego. Sono troppe...

Sara Ghezzi

La morte di Maradona è avvolta dal mistero, ma le indagini continuano e sono sette le persone ufficialmente sotto accusa. Tra queste il dottor Leopoldo Luque finito dal primo momento nel mirino della famiglia e di chi ha amato Diego. Sono troppe le cose che non tornato, l'azione di chi gli era vicino negli ultimi mesi molto probabilmente ha ucciso il più grande di tutti, lasciandolo solo, e non curandolo come doveva. L'accusa è di quelle pesanti, da togliere il fiato ai milioni di tifosi di Diego: i sette imputati sono stati accusati di omicidio volontario. Il giorno dopo la sentenza Leopoldo Luque ha parlato alla tv argentina al programma 'Vino para Vos' e il suo intervento è stato riportato da Il Mattino.

Morte Maradona: Leopoldo Luque, dopo l'accusa ufficiale, torna a parlare

 Diego Armando Maradona (Photo by Marcos Brindicci/Getty Images)

Di seguito i fatti riportati da Il Mattino:

Luque inizia il suo intervento in lacrime, ribadendo come adesso con l'accusa contro di lui non avrà più pace, così come Maradona. Poi hai iniziato a parlare della sua infanzia povera, come per paragonarsi a Diego. E proprio da quella povertà che è voluto scappare diventando medico. Il primo incontro con il Diez è avvenuto nel 2016, e racconta che il primo impatto fu positivo per l'umiltà di quel campione immenso. Poi inizia a ricostruire quel maledetto 25 novembre: "Ero in sala operatoria a Berazategui quando arrivò la chiamata di Maxi (Maxi Pomargo, assistente di Maradona e cognato dell'avvocato Matias Morla, ndr). Mi disse che Diego era in arresto cardiaco, pensavo stesse scherzando ma su queste cose non si scherza".

Ma sono proprio quei file audio di cui parla il dottore ad avergli rovinato la reputazione agli occhi del mondo: "Il grassone sta morendo", risuona ancora nelle orecchie di tutti.

Luque continua poi il suo racconto:

"La dottoressa Cosachov (Agustina Cosachov, psichiatra, è una dei sette indagati, ndr) mi disse che stavano tentando di rianimarlo da un quarto d'ora: troppo, sapevo che non sarebbe sopravvissuto. Ha fatto lei il contratto con la società Swiss Medical per il supporto a Maradona in quell'appartamento, io non ho un'azienda che si occupa di assistenza domiciliare. Nell'autopsia non emerge che sia stato a lungo in agonia: un paziente in agonia non sta in posizione orizzontale, Diego sembrava che dormisse quando l'ho visto».

Ma queste affermazioni sono smentite dalla commissione medica secondo cui l'agonia di Maradona è durata circa dodici ore.

Il racconto sul paziente Maradona e l'operazione al cervello

Luque ha parlato poi del tipo di paziente che era Maradona

"Non rispettava le indicazioni dei medici. Faceva due controlli all'anno ma durante la pandemia tutto è diventato più complicato. Si è aggravato il quadro psicologico e quello della dipendenza".

Maradona negli ultimi tempi faceva abuso di alcol a causa della forte depressione, che il suo team di medici non è riuscito a gestire, nonostante la presenza di una psichiatra e uno psicologo.

 Il racconto poi prosegue quando il conduttore chiede se la tanto contestata operazione al cervello del 3 novembre fosse necessaria. Luque risponde: "Era necessaria. Perché la tomografia aveva evidenziato un ematoma subdurale sul lato sinistro, quello che gestisce la cognizione. Diego accettò l'intervento, la famiglia non volle che fossi io ad operarlo, al contrario di quanto chiedeva il paziente. Così seguii l'operazione in sala operatoria. Cosa sarebbe accaduto se non si fosse operato? Non lo so ma certo quel liquido andava eliminato».

Le lacrime di Luque - spiega il neurochirurgo già condannato mediaticamente dal popolo argentino - sono quelle di «un uomo ferito: si dice che lo abbiamo seguito male ma di questo non vi è alcun riscontro. Io ho cercato di aiutarlo e sono orgoglioso di quanto ho fatto per lui. L'ho adorato e rispettato. Sono in pace e mi auguro che anche Diego sia in pace perché lo merita».