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Mihajlovic: “Sono ancora qua e sono arrabbiato”

Mihajlovic: “Sono ancora qua e sono arrabbiato”

Sinisa Mihajlovic porta anche gli occhiali scuri. Servono a coprire due occhi che una volta mostrati al mondo dicono molto di più anche delle sue pur chiarissime parole. Ha deciso di tornare a parlare dopo quel 19 luglio che nessuno potrà...

Alessandro Silvano Davidde

Sinisa Mihajlovic porta anche gli occhiali scuri. Servono a coprire due occhi che una volta mostrati al mondo dicono molto di più anche delle sue pur chiarissime parole. Ha deciso di tornare a parlare dopo quel 19 luglio che nessuno potrà dimenticare, quando comunicò al mondo della sua malattia, quella che lui stesso dice di poter sconfiggere con il cuore, non solo col coraggio. L'edizione odierna de Il Mattino ne ha parlato così.

Mihajlovic rabbioso e pieno di vita

La prima parte della conferenza è dedicata alla sua malattia, ma Sinisa è tornato anche e soprattutto per parlare di calcio. «Io sono ancora qua», dice con fermezza. «Non sono un eroe, ma un uomo. E sono anche l'allenatore del Bologna». E allora aggiunge. «Non volevo che la malattia diventasse una scusa per la mia squadra e infatti ammetto che mi sarei aspettato di più da parte loro». Poi incalza. «Lo ammetto: sono incazzato per le ultime prestazioni, ma da ora i ragazzi sanno che dovranno dare il 200% se vogliono andare in campo. Altrimenti stanno a casa».

Il solito Sinisa, quello che nonostante una malattia tosta e debilitante non ha perso le forze. «Quando ero nella mia stanza di ospedale, da solo, aspettavo la domenica per veder la partita. E quando le cose non andavano come dicevo io, le infermiere si guardavano bene dall'entrare per le urla. È arrabbiato, passiamo dopo, le sentivo dirsi sottovoce». A chi gli chiede del futuro risponde con sicurezza. «La panchina d'oro la vorrei solo per i meriti sportivi, se devono darmela per la malattia se la tenessero. Ibra? L'ho sentito un paio di volte. Mi ha detto che mi chiamerà quando avrà deciso cosa fare. Ora penso solo a tornare in campo, non a Napoli che è lontana e in macchina è troppo lunga, ma nelle prossime settimane sarò allo stadio»