Alessandro Barbano, condirettore del Corriere dello Sport, dedica il suo editoriale a Lionel Messi, protagonista ieri della qualificazione della sua Argentina alla finale mondiale in Qatar
rassegna
Ma voi la scambiereste la magia di Messi con i gol di Mbappé?
Sarà il genio di Messi contro il talento di Mbappé?
Campioni a confronto, nell'editoriale di Alessandro Barbano sulle colonne del Corriere dello Sport. Ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "Messi come Diego, con l’Argentina sulle spalle verso la finale. Il remake strabilia quanto l’originale, perché quando il calcio è così sublime ferma il tempo, e riabilita paragoni altrimenti improbabili. La pulce che fa Maradona riannoda a uno stesso filo i ricordi messicani e le emozioni qatariote. Lo guardi ubriacare la difesa croata e pensi che un solo genio ha attraversato due generazioni per portare a noi il nettare dolcissimo della fantasia. Allora un pensiero adombra la gioia della notte di Doha: dopo Diego e Lionel non verrà più nessuno come loro. I nuovi campioni, che affollano la sagrestia della pulce per sfilargli di dosso il pallio papale, sono moderni corridori prestati al calcio, perfetti nella loro armonia di muscoli e tecnica. Ma scambiereste l’assist dettato da Lionel al figlio d’arte Alvarez, dopo una serpentina strettissima che manda in confusione tre guardiani croati, lasciandoli - direbbe un poeta risorgimentale - nella vigna a far da pali, la scambiereste una simile magia con i due pur bellissimi gol del celebrato e strapagato Mbappé contro la Polonia? Noi no (...) L’ipotesi di una finale con la Francia, che stasera sarà confermata o piuttosto fugata dal Marocco, mette di fronte perciò due estremi della stessa bellezza. Uno, quello dell’aitante ragazzo delle banlieue, destinato a riprodursi negli anni a venire. L’altro, quella della pulce imprendibile, condannato all’estinzione. Chi scommetterebbe tra dieci anni in un Pallone d’oro alto solo un metro e sessantanove, appena quattro centimetri più di Diego, dotato di una tecnica che non pare figlia della scuola e della volontà, ma di un dono che dà alla finitezza umana la prova, o almeno l’idea, dell’assoluto?
Godiamoci questi scampoli di un calcio che fu, e ancora è, una sfida senza tempo ai limiti della corporeità, sapendo che potremmo essere gli ultimi spettatori del magnifico spettacolo. Godiamoceli con l’orgoglio di esserci e con la segreta speranza di smentirci, perché magari, da qualche parte del globo, un altro Messi sta per nascere".
© RIPRODUZIONE RISERVATA