Calcio Napoli 1926
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Il metodo Giuntoli diventa esempio: la lungimiranza dell'”architetto” azzurro

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Le regole dell'architetto

Emanuela Castelli

Metodo Giuntoli, si può definire così, senza timore di esagerare, senza timore di diventare pleonastici o ridondanti. Perché nulla della stagione in corso è frutto del caso, ma di programmazione attenta ed intelligente, iniziata anni e fa e proseguita coerentemente questa estate. già, l'estate degli adii illustri, delle contestazioni, delle proteste. Mentre fuori tutto sembrava viaggiare nel caos più irreparabile, lui, Cristiano Giuntoli, era sereno: sapeva che stava costruendo un grande Napoli.

Giuntoli, tutto il mondo lo osserva

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Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "La confusione, in effetti, era soltanto apparente: il Napoli aveva riscattato Anguissa, preso ufficialmente Kvaratskhelia e ufficiosamente Kim e Ostigard, aveva bloccato Simeone e navigava sott'acqua per Raspadori e Navas. Il metodo-Giuntoli è questo: anticipo, programmazione, filmati, migliaia di telefonate, il fiuto innato. E il depistaggio, le bugie: tante, troppe. Vecchia scuola.  E allora, l’architetto dello scudetto. Che poi, se vogliamo, è davvero un architetto mancato: 19 esami alla facoltà di Architettura dell’Università di Firenze prima del calcio. Da direttore dopo aver giocato. E soprattutto da vincente: quattro promozioni con il Carpi in sei anni, dalla D alla A con un budget in B da 2,5 milioni lordi e il Sigillo d'Ateneo all'Università di Urbino, e a seguire il Napoli. La squadra che un inverno fa aveva già costruito nella sua mente: via uno e dentro un altro. Tipo Kvara: c’è lui sul podio dei capolavori insieme con Osimhen e Lobotka. La storia è così: Zaccardo lo suggeriva da tempo, Giuntoli lo voleva da sempre e alla fine l'ha preso al momento giusto. A 11,5 milioni piuttosto che 30. Come dice lui, testualmente: lancio i galleggianti e attendo. Tutto il tempo necessario (...) Il ds azzurro è il vertice di un sistema piramidale: ci sono il vice Giuseppe Pompilio, il responsabile dell'area scouting Maurizio Micheli e i suoi collaboratori Leonardo Mantovani e Nicolò de Cobelli. Tutti bravi davvero. Alla base, i segnalatori: ovunque, Georgia compresa. E gli amici, i rapporti di 40 anni di calcio: dirigenti, agenti, ex giocatori, allenatori. Funziona così: arriva la soffiata, si fa una prima scrematura tecnica e burocratica e se Giuntoli promuove si propone all'allenatore. E infine all’ad e al presidente: visionario e coraggioso tanto quanto il suo uomo sul campo. I cambiamenti non fanno paura con una rete capillare di contatti, il lavoro del gruppo, le partite al video e l'istinto. La competenza, il guizzo dell’architetto".