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Crisanti: “Attenzione alle regioni, possono falsificare i dati. Da scongiurare una terza ondata”

Il direttore del dipartimento di Medicina molecolare e virologica dell'Università di Padova, Andrea Crisanti, esce dalla procura di Bergamo dopo un colloquio con i magistrati che si occupano delle inchieste sulle conseguenze del coronavirus nel Bergamasco, 22 giugno 2020.  ANSA/FILIPPO VENEZIA

Intervistato da La Stampa, il professor Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia a Padova, commenta il possibile nuovo DPCM. Il Governo ha come sappiamo istituito delle fasce di pericolo entro cui il contagio è contenibile, e oltre le quali...

Mattia Fele

Intervistato da La Stampa, il professor Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia a Padova, commenta il possibile nuovo DPCM. Il Governo ha come sappiamo istituito delle fasce di pericolo entro cui il contagio è contenibile, e oltre le quali sarà invece possibile per ogni apparato regionale disporre delle misure di contenimento più ampie o meno restrittive. Tutto dipenderà da diversi criteri, ma ne sono stati elencati ben 21.

Le parole di Crisanti

Il direttore del dipartimento di Medicina molecolare e virologica dell'Università di Padova, Andrea Crisanti, esce dalla procura di Bergamo dopo un colloquio con i magistrati che si occupano delle inchieste sulle conseguenze del coronavirus nel Bergamasco, 22 giugno 2020.  ANSA/FILIPPO VENEZIA

"Mi sembra che manchi un automatismo chiaro per prevedere le chiusure. E poi leggo di 21 criteri: credo che quelli fondamentali riguardino il riempimento dei posti in ospedale. Non vorrei che questo spingesse le Regioni a non essere trasparenti. Se tenere aperta o chiudere una Regione diventa un fatto politico, se un presidente di Regione pensa che il successo politico si dimostra non chiudendo, è chiaro che ci sono mille modi per aggiustare i dati e stare sotto la soglia.

Trattasi di dati che facilmente si possono manipolare. Non vorrei che si evitassero i ricoveri per diminuire i numeri. Questo peserebbe sulla pelle dei pazienti. La prudenza del Governo va anche bene, ma tutto dipende dall'obiettivo. Ci sono due possibilità: un mini lockdown fino a Natale con conseguente riapertura o fare il lockdown a gennaio e poi partire con un sistema più rodato. Quello che però va realmente rivisto è il sistema di tracciamento. Senza un sistema si rischia la terza ondata"