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Antonio Corbo, giornalista, ha commentato l'approdo di Luciano Spalletti sulla panchina dell'Italia dopo il divorzio dal Napoli scudettato nel suo consueto editoriale per Repubblica.
Vestito da ct, neanche Spalletti si sarà riconosciuto in quell’abito ministeriale, buio come la serata di Skopje. Era diverso, non era lui, ma l’immagine del perdente famoso suo malgrado. Con quella faccia spaventata e smarrita di chi non sa spiegarsi dove, come, perché sia finito su quel campo di terra bruma dei Balcani. È passato in 129 giorni dallo scudetto di Udine alla Nazionale inchiodata sull’1-1, con il rischio di bucare anche gli Europei del 2024. La Macedonia fa scorrere i titoli di coda sul divorzio più folle del calcio italiano. Aggiunge che ora i due si chiedono se è valsa la pena fuggire e lasciar fuggire? Balla anche una penale di 2,5 milioni per lo strappo, ma Spalletti vestito da Ct ora pensa di non pagarla più. Buon lavoro agli avvocati. Giusto invece riflettere sulla scelta della Nazionale: Spalletti è il migliore allenatore italiano del momento. Perché insuperabile maestro di calcio. Uomo di tuta e di campo. Eleva le qualità dei singoli e crea un modello di gioco. La Nazionale gli dà 5 allenamenti per fare di 23 calciatori, scelti tra 200, una squadra. In A gli altri circa 340 giocatori sono stranieri, il 64%. Dettagli non trascurabili per un Ct".
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