ROMA - Popi Bonnici, il regista, coordinatore delle regie per la Lega Serie A dal 2015 al ’21, ha visto in tv, guardando Dazn. Il terreno di gioco era verde sfocato, i contorni dei giocatori non definiti: «Effettivamente la qualità è stata inferiore alle aspettative». Popi Bonnici è il Xavi della tv, il fuoriclasse dei registi sportivi: «Devo ammettere che le immagini non sono belle, ma trovo che in questa fase sia normale».
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Bonnici: “La qualità di Dazn migliorerà”
ROMA – Popi Bonnici, il regista, coordinatore delle regie per la Lega Serie A dal 2015 al ’21, ha visto in tv, guardando Dazn. Il terreno di gioco era verde sfocato, i contorni dei giocatori non definiti: «Effettivamente la qualità è...
Dazn si è scusata parlando di fisiologici assestamenti.
«Ho lavorato a Tele+, a Mediaset. Vi siete dimenticati i periodi delle prime parabole sui terrazzi? Migliaia di telefonate di lamentele. È tutto normale, stiamo solo patendo un cambio di tecnologia».
Il pubblico era abituato all’Hd.
«Non possiamo certo accettare un passo indietro sulla qualità. Ma migliorerà. Oggi Dazn patisce l’infrastruttura povera del Paese. Per spiegarlo in parole semplici: manda il segnale a un server principale che, a sua volta, lo invia a una serie di server locali. Disponibilità e intervento di Tim possono cambiare la situazione. In sintesi: esiste la possibilità che la qualità migliori. Quando, non lo so. Non solo io».
E c’è la famigerata rotellina.
«Il buffering non è accettabile. Si può capire che la qualità sia inferiore alle aspettative, comprendere i problemi di assestamento, ma la rotellina no».
Questo aspetto è migliorabile?
«Questo è un po’ complicato. Nel paese ci sono infrastrutture debolissime, ma non voglio aprire il capitolo politica-monopolio dei collegamenti-qualità dei cavi. Diciamo che molto dipende anche dal segnale del posto dove una persona si trova: a me nel fine settimana è andata bene. Però non è più un evento in diretta».
In che senso?
«È una diretta relativa. Può esserlo se restiamo soli in un mondo senza disturbi esterni. L’evento è molto ritardato: chat, whatsapp, applicazioni arrivano prima. E le nuove generazioni andranno oltre: non vogliono più i momenti morti, non hanno tempo da perdere. Un giorno magari si arriverà a una diretta ritardata e segmentata, con i momenti clou dell’evento».
da Repubblica
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