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Roberto Baggio ha rilasciato un'intervista ai microfoni del Corriere della Sera, soffermandosi sulla finale dei Mondiali persa dall'Italia contro il Brasile nel 1994 e il suo vecchio ruolo in FIGC.
"Quando giocavo in nazionale sono uscito dal mondiale e non mi hanno più convocato. Sembrava che il calcio non avesse più bisogno di fantasia, che considerasse l’estro un reato. Tutto era finito in mano alla tattica. Le partite non le vincevano più i giocatori, le vincevano gli allenatori. La partita che vorrei rigiocare? La finale dei Mondiali del 1994 a Pasadena, Italia-Brasile. Non la posso dimenticare. Quella sì vorrei rigiocarla. Siamo arrivati un po’ cotti, avevamo fatto i supplementari con la Nigeria e mezz’ora in più, a quelle temperature, ti stronca. Se fossimo stati più lucidi forse sarebbe stata un’altra partita. Cosa è successo subito dopo? Cercavo un badile, mi volevo sotterrare... Mamma mia, mamma mia. Non si possono cancellare cose così. Quella partita l’avevo sognata e immaginata tante volte quando ero bambino. Avevo tre anni ma la sconfitta del 1970 non riuscivo a dimenticarla. Volevo vendicare Riva e gli altri. Era il mio sogno, davvero. E quando è finita così mi è crollato il mondo addosso. Sono stato due anni al settore tecnico, ma contavo meno del due di coppe quando regna bastoni. Avevo fatto un progetto per i giovani, ma le mie idee e le loro non combaciavano. Ne ho preso atto".
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