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Spalletti: “Potevamo essere in finale. Italiano? Perfetto per essere il mio erede…”

Spalletti
Dal rammarico per l'uscita ai quarti in Champions al suo possibile successore, passando attraverso lo scudetto conquistato: le dichiarazioni rilasciate dall'allenatore del Napoli
Edoardo Riccio
Edoardo Riccio Giornalista 

Quest'oggi, Luciano Spalletti ha rilasciato alcune parole a margine della sua partecipazione a 'The Coach Experience', organizzata dall'Associazione italiana allenatori di calcio in quel di Rimini. Il tecnico del Napoli ha discusso di diverse tematiche, citando anche Italiano come suo erede al Napoli.

Spalletti: "Legame indelebile con il Napoli, un peccato non giocare la finale"

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Di seguito le dichiarazioni rilasciate dall'allenatore italiano all'evento odierno: "Trent'anni oggi dalla mia ultima partita da calciatore? Nel percorso che ho fatto per arrivare allo scudetto le tappe sono state tante. Quella era una squadra e un tecnico dal quale ho imparato tanto. Molti di quei compagni sono diventati miei collaboratori durante il mio percorso. Ho avuto la fortuna di allenare grandi campioni e giocare bellissime partite".


Sul legame con l'Empoli e il Napoli: "Con il popolo di Napoli è nato un legame indelebile che durerà per sempre. Che mi sono voluto cicatrizzare per sempre perché non tutte le cicatrici sono un male. Come ho detto in conferenza stampa se vuoi davvero bene a qualcuno devi essere in grado di dedicargli il tuo tempo. Io al Napoli ho dedicato tutto il mio tempo, così come al calcio. Sono un tecnico che si è dedicato completamente al suo lavoro. Io sono un allenatore coerente con me stesso e al di là dei difetti avrò delle qualità che mi hanno permesso di vincere questo scudetto che è la cosa più bella che mi potesse capitare".

Sulle nozioni da imparare dagli altri allenatori: "Ulivieri, il nostro presidente, è un maestro nel fare questo tipo di valutazioni. Più ci si confronta e più che il calcio si modernizza e ha un futuro. Tenerle per sé non è un vantaggio, ma condividerle serve per andare avanti. Se c'è uno più bravo deve passarti avanti".

Sulla finale di Champions: "La guarderò sicuramente perché amo il calcio e sono anche amico di Guardiola, tecnico che ci ha insegnato a tutti. Sono amico dell'Inter dove ho vissuto due anni bellissimi salvo poi decidere di prendere una strada diversa. Strada che si è dimostrata evidentemente giusta se oggi sono a giocarsi la Champions".

Sul rammarico per l'uscita ai quarti: "Sì c'è, potevamo arrivarci, ma bisognerebbe analizzare cos'è successo. Ci sono andate diverse cose di traverso. Lo si accetta con tranquillità e si spera che il Napoli possa arrivarci in futuro".

Sul suo futuro: "Nel percorso di ognuno si vederà a che razza appartiene. Vedremo se sarò coerente. Ribadisco io quest'anno rimarrò fermo. Poi vedremo che avrò ancora gli stimoli per dare qualcosa a questo sport".

Sulla possibilità di allenare una nazionale: "Non conta dove si allena. Si può allenare ad Avane, vicino ad Empoli dove vivo ora, o una Nazionale. Provando lo stesso sapore ed entusiasmo".

Sul prossimo tecnico del Napoli: "Non saprei che dire. Ne conosco tanti di allenatori, ma De Laurentiis ha dimostrato di saper scegliere allenatori eccellenti".

Su Italiano: "Italiano poteva essere un profilo giusto per il Napoli perché ha la voglia con la sua squadra di fare la gara. Ti viene sul muso ed è un atteggiamento che mi piace. Lo si è visto con le due finali che seppur perse significa che hai dato comunque tutto. La finale viene determinata dagli episodi, ma esserci arrivato significa che ha lavorato bene".