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Soulé, l’ex tecnico: “Ecco dove deve giocare Matias. Mi piacerebbe lavorare a Napoli”

Soulé napoli
L’ex allenatore dell’Under-19 della Juventus Andrea Bonatti è intervenuto a Kiss Kiss Napoli
Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

L’ex allenatore dell’Under-19 della Juventus Andrea Bonatti è intervenuto ai microfoni di Kiss Kiss Napoli per parlare di Soulé: “Lui è un calciatore molto forte, che aveva bisogno di mettere nel suo bagaglio personale qualche gol decisivo ed importante. Con il Frosinone pressioni diverse rispetto alla Juve, ma ha comunque una grande responsabilità in tema salvezza. Si è messo in discussione, ma potrebbe farlo anche in altre realtà già l’anno prossimo sia in piazze dello stesso livello che in quelle superiori.

Come persona è molto attaccato alla famiglia, ma è molto attaccato anche al suo lavoro, perché al termine degli allenamenti devi cacciarlo dal campo perché continuerebbe ad allenarsi ed a calciare punizioni anche dopo due ore di allenamenti. Quando lui è arrivato alla Juventus, dopo un paio di settimane che non era abituato ai carichi di lavoro europei si è stirato. Poi arrivò il Covid-19, e tornato in campo si stirò di nuovo. Lui ha picchi di accelerazioni che lo caratterizza nel modo di giocare, ma abbiamo dovuto adattarlo a nuovi tipi di gioco per prevenire questi infortuni, quindi lo feci giocare ad un tocco e lui invece voleva poter puntare gli avversari e giocare di più la palla. Deve giocare sempre alto a destra col piede invertito, perché quella è la sua zona anche se con me ha fatto anche il trequartista. Come struttura fisica non è un centrocampista box-to-box anche se sa giocare con la squadra, perché ha margini di miglioramento davvero infiniti.


Manna? Sa tutto quello che deve fare, ha grandi conoscenze ed è uno che sa stare anche al suo posto. Sarebbe pronto ad essere il direttore sportivo del Napoli, perché ognuno ha il suo percorso e non per forza bisogna fare gavetta o bruciare le tappe. Se le strade degli azzurri e di Manna si incroceranno vuol dire che deve andare così. Mi piacerebbe lavorare a Napoli, lì ho tanti amici e so che c’è un grandissimo trasporto emotivo verso il calcio, ma ho deciso di non lavorare più con i giovani perché credo di aver fatto il mio percorso”.

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