Intervistato da Sky Sport, Maurizio Sarri ha toccato diversi temi: dal futuro della Nazionale al ruolo dell’allenatore moderno. Inevitabile il confronto con il suo Napoli, ancora oggi considerato una delle squadre più spettacolari dell’ultimo decennio.


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Sarri: "Quel Napoli? Era il massimo per applicare le mie idee"
—"Non so quanti saranno i giocatori italiani elegibili per la Nazionale in Serie A, ma penso non più del 15-20%. Questo succede anche in altri campionati. Noi a livello di club negli ultimi anni abbiamo fatto bene: nel ranking UEFA un secondo posto due anni fa e un terzo posto quest'anno. Niente lascerebbe far pensare a una Nazionale che sta fuori per dodici anni dai Mondiali. Però purtroppo penso che questa forbice fra i club e le nazionali si stia allargando".
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Può darci una definizione del calcio di Sarri? "È un calcio che punta molto su grandi livelli di organizzazione, su una squadra corta e compatta che si muova con un unico pensiero. In fase offensiva mi piacerebbe avere il predominio del gioco, ma non sempre alleni squadre che hanno questa caratteristica. E tutti mi chiedono perché la mia squadra attuale non è come il Napoli del 2018... Perché ha caratteristiche completamente diverse. Noi allenatori dobbiamo sì avere un’idea di calcio, ma dobbiamo anche essere a disposizione nell'esaltare le qualità dei giocatori che abbiamo, altrimenti rischiamo di tirare di fuori i difetti e mascherare i pregi".
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