Sulla riappacificazione con Garcia: "Fallita la mission Conte, De Laurentiis doveva recuperare il rapporto con Garcia. È come il marito che mette le corna alla moglie e per evitare drammi familiari non gli resta che smentire sempre. Doveva rimotivare, riqualificare e riportare sullo scranno dell’allenatore Rudi Garcia. Quindi dare la colpa alla stampa e dire a Garcia che era stato fedele era la mossa della disperazione, l’unica che poteva fare. Nel frattempo l’ha commissariato e ha fatto bene, perché non volevo vedere a Napoli un Giampaolo, un Gotti, un Cioffi. Però si è venduto la pelle dell’orso senza avercela. Mi fa anche ridere la sua sorpresa di essere stato sentito dalla stampa alla LUISS, sono ingenuità che non si può pensare che possa fare. La verità è che si è esposto e poi ha ritrattato. Ha fatto bene a ritrattare e darci la colpa se serve a qualcosa. Non mi sembra però il ruolo della stampa prendersi colpe che non gli appartengono, ma ormai in 20 anni siamo abituati".
Sui silenzi del presidente: "Il punto è un altro. Non ha detto la cosa principale come accadde con Sarri quando partì male. Andò contro i fucili della stampa dicendo che la scelta era sua, se era sbagliata dovevano prendersela con lui e che il suo allenatore era Sarri. Poi disse al tecnico negli spogliatoi che doveva stare a sentire a Giuntoli e alla squadra che voleva passare a giocare col 4-3-3. Ora Sarri passa come il maestro di questo modulo, che in carriera non aveva mai fatto. Quel sistema gli era stato imposto da squadra, settore tecnico e presidenza. Il silenzio assordante è che De Laurentiis non ha detto che Garcia è il suo allenatore e finirà la stagione. Oggi è un allenatore a gettone, ha superato il primo esame ma non è un Napoli guarito ma sub iudice. Ora c’è Berlino contro una squadra anche fin troppo in crisi e poi il Milan".
Su Garcia: "Il Napoli visto a Verona è una squadra logica. A Garcia gli avevamo chiesto di essere logico e di non inventarsi niente. Ha fatto cose logiche, Raspadori centravanti, Cajuste al posto di Anguissa, ed abbiamo capito che è un giocatore vero. Però abbiamo visto che Natan e Cajuste si vedono solo se non ci sono alternative, senza infortuni non si sarebbero visti. In conferenza invece di mourinhizzarsi, fare lo Special One parlando di amici e nemici, si è comportato nella maniera più gattusiana possibile, il signor Garcia vestisse il saio dell’umile e dicesse piuttosto che scaricare sulla squadra: "La colpa è mia, ho sbagliato io e cercherò di rimediare riprendendo la strada che i ragazzi conoscono meglio". Dicendo questo nessuno gli avrebbe detto niente. Ma quali nemici e amici? Caro Garcia, in questa città tu sarai difeso fino alla fine. Chi ti ha fatto a pezzi, come me, dopo la Fiorentina l’ha fatto per rabbia. Ti difenderò ancora, non voglio nessuno di quelli a disposizione sul mercato italiano che non sia tu, ma devi fare solo una cosa: il Normal One. Se ti comporti da persona ragionevole e normale, questa squadra è talmente forte che ti farà vincere. Non c’è bisogno che tu voglia far dimenticare Spalletti per motivi di orgoglio personale. Qui l’orgoglio non serve a nessuno, servono i risultati che arrivano con la ragionevolezza. Questo è la lezione che devi trarre da Verona".
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