Cosa pensa del lavoro svolto sin qui da Mazzarri?
“Non era semplice per il mister. Subentrare è già di per sé complicato, anche se conosceva l’ambiente. Arrivava non dico dopo una bomba atomica, ma con l’onere di gestire una situazione complicata. Chiunque fosse arrivato dopo Spalletti avrebbe riscontrato le usuali difficoltà della riconferma. In questo momento, nonostante il tecnico cerchi di garantire solidità e carattere, è un Napoli in difficoltà. Bisognerebbe parlare con i ragazzi per vedere come si sentono con questo cambio di rotta. È importante restare calmi, anche se ogni settimana ci sono processi e pagine di giornale che vengono riempite. Bisognerà lavorare”.
Gestire la vittoria a Napoli si è rivelato difficile.
“Un po’ ci speravo. Il Napoli non aveva cambiato molto, a parte Kim. Credevo nella possibilità di aprire un ciclo ma, nel momento in cui è andato via Spalletti, le cose si sono complicate. Non avevo capito la scelta di Garcia, mentre quella di Mazzarri mi è molto più chiara. Walter può dare compattezza, serenità. Cerca di portare a casa il risultato senza badare troppo all’estetica”.
Lo ha trovato cambiato?
“Dovrei vederlo nel campo, negli allenamenti. Da fuori, direi di no”.
Simone Inzaghi è divenuto grande insieme alla sua Inter?
“E’ un percorso diverso. L’Inter arrivava dal biennio di Conte e dal tricolore conquistato nel 2021. In questa stagione, anche in virtù della cavalcata europea dello scorso anno, i nerazzurri hanno acquisito consapevolezza. L’Inter è divenuta arrogante e, in molte partite, giocano venti minuti, il necessario per sbarazzarsi dell’avversario. Quest’anno credo non ci sia storia per lo scudetto”
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