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Bellinazzo: “De Laurentiis infuriato per i diritti TV, aveva un progetto in mente”

de laurentiis
Tante polemiche riguardo la decisione presa in giornata dalla Lega Serie A in merito all'assegnazione dei diritti TV: il giornalista de Il Sole 24 fa chiarezza sulla vicenda
Alex Iozzi

È notizia di oggi l'assegnazione all'accoppiata Dazn-Sky dei diritti TV del campionato di Serie A per i prossimi cinque anni, dalla stagione 2024/25 all'annata 2028/29. Il patron azzurro Aurelio De Laurentiis si è astenuto dalla votazione, ritenendo la decisione presa dalla stramaggioranza dei colleghi presidenti completamente errata. Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24, chiarisce la vicenda agli appassionati.

Diritti TV, De Laurentiis furioso con la Lega Calcio

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Di seguito quanto dichiarato:

"De Laurentiis è convinto che un canale prodotto dalla Lega Calcio e venduto direttamente ai consumatori possa essere più redditizio: è un suo vecchio pallino, aveva ragionato di inserire Amazon e la Apple in questo progetto. Anche loro si stanno interessando al mercato dei diritti televisivi ma a questo giro non si sono presentati in Italia. La Serie A ha trattato solo con gli storici partner quali Dazn e Sky. Ipotesi della partita in chiaro su Mediaset immediatamente tramontata poiché avrebbe sottratto importanti introiti alle due Pay TV. Alla fine si è andati dritti verso una scelta annunciata, più conservativa viste le premesse. Molti presidenti, la stragrande maggioranza di essi, hanno ritenuto convenienti 900 milioni, poco meno di quanto incassato nello scorso contratto. Ci sono dei bonus previsti in funzione dell' aumento degli abbonamenti e dello share. È chiaramente una soluzione gradita, un'ancora di salvezza visto quanto accaduto in Francia, dove l'asta dei diritti è andata perfino deserta.


Sicuramente concordo con Aurelio De Laurentiis ed il presidente del Frosinone che hanno considerato tale accordo di 5 anni troppo lungo. Tre anni sarebbe stata opzione ottimale. Il canale della Lega avrebbe rappresentato un rischio per i presidenti, sarebbero diventati imprenditori, invece con la situazione attuale possono avere una maggiore sicurezza. Possono prendere gli introiti ricavati dalle TV ed ottenere sconti in banca, ottenere anticipi rispetto ai futuri incassi con i quali gestire i flussi in uscita dell'anno.

Sul discorso del canale della Lega non so se potrà essere ripreso. Ad oggi le offerte erano molte, ma molto articolate. Non davano garanzie certe di incassi, ciò che conta maggiormente per i presidenti. Per questo molti hanno preferito incassare 4,5 miliardi su cinque anni piuttosto che lanciarsi in un'avventura affascinante ma piena di incognite. Adesso la sfida sarà come fare fruttare questi quattro miliardi e mezzo, magari investendo in strutture e non su ingaggi faraonici. L'ipotesi del canale della Lega resta un percorso affascinante poiché è volto direttamente ai consumatori senza intermediari quali Sky e Dazn che ovviamente devono guadagnare. Avrebbe potuto abbracciare una platea più ampia, abbattendo i prezzi e la pirateria".

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