Su Raspadori
—"Continuo a dire che Garcia non aveva torto a pensare che il Napoli, con giocatori così forti in attacco, non potesse non giocare con due attaccanti. Mazzarri, forse, lavorerà anche su questo. Con il 4-3-3, però, Jack potrebbe essere sacrificato, anche se l’ottantuno azzurro può adeguarsi a diversi ruoli".
Sulla carriera da allenatore
—"Il mio è un caso strano. Ho fatto dieci anni di C, ereditando sempre squadre ultime in classifica e cambiando modulo da un giorno all’altro. C’era gente che parlava sempre del campo, dell’amalgama e della nebbia. Io ho sempre preferito parlare delle cose che contano. Abbiamo visto quanto è accaduto recentemente con le scommesse, ma io ho sempre rifiutato tutto, qualsiasi accordo e, forse, questo mi ha penalizzato. Mi arrivavano messaggi subliminali che non ho percepito bene. L’ultimo anno che ho fatto in C1, penso di aver fatto una delle storie più clamorose della categoria. Con una squadra che veniva da dieci sconfitte e quattro pareggi sono riuscito a fare cinque punti più del Napoli. Da allora, però, non alleno più in C1. Si raccontano sempre tante storie su di me. Conviene sempre dire che sia una persona scomoda.Secondo lei, pertanto, Garcia può aver pagato il fatto di non aver saputo aggraziarsi piazza e stampa?Nel calcio italiano succede questo… Alla fine, gli allenatori sono tutti ex capitani e, soprattutto, toscani che sanno farsi passare per quelli che non sono. In Italia non basta essere bravo. In certi momenti devi saper fare buon viso a cattivo gioco. Due anni fa, Antonio Corbo mi disse che ero l’unico calciatore di Serie A che non chiamò mai un giornalista… Capisco che si debbano anche mantenere dei rapporti, per tutelarsi dalle nomee che ti affibbiano. Sono sicuro che la meritocrazia mi avrebbe portato ad allenare. Ho sempre portato le mie squadre alla salvezza. Ho fatto una lezione a Coverciano ad allenatori come Colomba, Prandelli, Ventura sulla capacità di subentrare. Mi era riconosciuta, infatti, la capacità di incidere da subentrante. Eppure, oggi sono qui, a casa"
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