Sulla prima volta in Nazionale: "Fu completamente inaspettata e sotto certi aspetti questo fu un qualcosa di positivo, di migliore. Così butti in campo l'istinto, sotto certi aspetti è positivo. Il mio incubo in porta? I primi anni sicuramente Bobo Vieri, come toccava palla mi faceva gol. Poi anche Roberto Mancini è stato uno di quelli che mi ha fatto parecchi gol. Ma incubi non ne hai, l'unica cosa che sai quando cominci a fare il portiere è che subirai gol".
Sulle emozioni per la prima partita da capo delegazione: "Mi sento parte del progetto e non puoi che sentire una emozione. Poi chiaramente è diverso rispetto a quando sei nell'arena, quando sei un gladiatore, rispetto a quando sei spettatore. Ma uno percepisce i sentimenti in maniera direttamente proporzionale rispetto a quanto è coinvolto e io mi sento molto coinvolto. Voglia di scendere in campo? No, in verità no. Ero saturo del calcio, in questi giorni vedendo loro allenarsi non ho mai avuto mezza voglia... Sono felicissimo della mia scelta e so che non è così per tutti, sono ultra felice di questa scelta".
Sull'eredità lasciata da Vialli: "La vivo in maniera normale. Io non sono venuto qui cercando di colmare il vuoto lasciato da Gianluca, non potrei mai riuscire a farlo per come lui ha vissuto questo percorso. Anche a livello di sensibilità, voglia di esternare certi sentimenti, io non potrei farlo perché anche come vita sto facendo un altro percorso. Però sono qui con la voglia di dare tutto me stesso: spero basti e possa aiutare qualcuno. Scimmiottare qualcun altro aumenterebbe solo il rimpianto di non essere stato me stesso in questa nuova avventura".
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