Ottavio Bianchi, ex allenatore (oltre che calciatore, di ruolo centrocampista), nonché doppio ex di Napoli (sia con gli scarpini al piede che, soprattutto, al comando della panchina partenopea) e Roma (nelle vesti di guida tecnica), si è concesso (in esclusiva) per un'intervista ai taccuini di CalcioNapoli1926.it alla vigilia della sfida di campionato (in programma domenica 2 febbraio 2025, alle 20:45, e valevole per la 23ª giornata di Serie A) tra la compagine azzurra e quella giallorossa. Diverse le tematiche trattate: da un confronto tra l'epoca passata e quella presente del calcio all'essenza (oltre che importanza) del gioco di squadra, passando per le ipotetiche sorti della lotta Scudetto.


interviste
Bianchi: “Napoli orchestra sinfonica! Scudetto? Un fattore può incidere. Su Conte…”
"Se ho mai tentato di convincere Bruno Conti a vestire la maglia del Napoli? A dire la verità...", le parole di Bianchi a CN1926
—Da un allenatore che ha condotto Partenope in Paradiso ad un altro che sta sfidando gli dei del calcio per compiere tale impresa: quanto Ottavio Bianchi rivede del se stesso "in giacca a cravatta" in Antonio Conte?"Mi fa sorridere pensare soltanto alla differenza di età. Era un calcio diverso, un modo di interpretarlo anche. Il Napoli, ai miei tempi, non aveva mai vinto, era una società un po' ballerina... Adesso è tutto diverso: il Napoli vive nelle zone alte da sempre. A parte l'anno scorso, o vince oppure resta comunque in quelle posizioni. Ormai il Napoli è nell'élite del calcio e anche europeo".
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Manteniamo questa connessione tra passato e presente; grazie ad una macchina del tempo, il Napoli di Antonio Conte torna indietro al 1985 e si ritrova nell'allora Stadio San Paolo in cui ad attenderlo vi è il primo Napoli targato "Ottavio Bianchi": quale tra le due formazioni avrebbe la meglio sull'altra e, per rendere ancora più interessante il quesito, con quale risultato?"Per citare un famoso detto: 'Fammi indovino e ti farò ricco'. Come ho appena detto, era un modo di interpretare il calcio totalmente diverso. Si pensi solamente al team di allenatori che eravamo una volta, adesso sono in 10! È cambiato tutto: è cambiata la metodologia di lavoro, è cambiato il metodo di approccio, è arrivato il mezzo televisivo... Non riesco a dare una risposta sensata perché il calcio di allora sembra preistoria. L'unica cosa paragonabile è la bellezza tecnica dei calciatori e le sfumature tattiche che già allora c'erano. Sarebbe come fare un paragone tra le macchine di allora e quelle di adesso. Sono passati tanti anni, dal 1985 ad oggi sono più o meno quaranta: nel mondo dello sport rappresenta un abisso. Si può analizzare il momento attuale e il momento di allora, ma paragoni è impossibile farli; è come fare paragoni fra calciatori: quelli bravi prendiamoli per bravi, ma non riesco a dire che un calciatore di adesso è più bravo di uno del passato o viceversa; si tratta di epoche totalmente diverse. Pensi anche all'alimentazione di uno sportivo di una volta, i tempi di recupero, di preparazioni alle partite, i ritmi di lavoro... tutto diverso".
Domenica sera, alle 20:45, Antonio Conte e i suoi uomini sono attesi allo Stadio Olimpico per fronteggiare una Roma rinata sotto la cura di un allenatore in attività già ai suoi tempi: Claudio Ranieri. Quali possono essere le mosse che il tecnico di Testaccio potrebbe sfoderare e (di conseguenza) da cui Antonio Conte dovrebbe far bene a riguardarsi nell'arco dei 90' dell'incontro?"Antonio Conte non ha bisogno delle mie considerazioni: ha in mano una buonissima squadra, allenata benissimo e motivata. In più, a suo favore, non ha neanche le coppe, che possono creare piccoli infortuni oppure possono non portare al sabato o alla domenica i calciatori nelle condizioni migliori. Penso non ci sia nulla da dire sul Napoli. Per quanto riguarda la Roma, un allenatore nuovo ha preso in mano una squadra in una situazione difficile e adesso, con l'esperienza e le capacità, la sta portando fuori. Sarà una bella partita perché una è la prima in classifica, meritatamente, mentre l'altra è in ripresa. Inoltre Roma-Napoli è sempre un derby. Anche quando giocavo io, è sempre stata la partita dell'anno. Entrambe le squadre domenica hanno anche tante motivazioni psicologiche per vincere, al di là della situazione di classifica che è evidente".
A proposito di Roma, in un'intervista rilasciata qualche anno fa ai taccuini de Il Messaggero, Bruno Conti, leggenda giallorossa che lei ha avuto l'onore di allenare, ha ammesso come "per il Napoli di Maradona un pensiero l'ha fatto" e che "sarebbe stato l'ideale in quel momento": per caso, proprio come faceva Diego, anche lei ha tentato di convincere "MaraZico" a trasferirsi all'ombra del Vesuvio?"Io non ho mai cercato di convincerlo. I miei vecchi maestri dicevano 'Se un allenatore tenta di convincere un calciatore a venire nella propria squadra, abbassa la guardia'. Poi quando li alleni, sono tutti uguali. Se poi il calciatore che tu hai voluto, che hai raccomandato alla società ha un rendimento non all'altezza, cosa fai? Lo fai giocare per forza perché l'hai chiesto tu? Anche se in squadra ci fosse mio figlio, se fosse meno importante di un compagno, giocherebbe il compagno. I miei vecchi allenatori mi hanno dimostrato questo, mi hanno sempre detto che settimanalmente si vede chi è più in condizione e poi si decide chi gioca, al di là del nome, delle amicizie, del prestigio del calciatore... Io ho sempre impostato il mio lavoro in questo senso: il campo mi dice chi è più in condizione. Questo è il modo di pensare più utile anche al concetto di gioco di squadra".
Napoli che trionfa per 2-1 contro la Juventus e vittoria che passa (soprattutto) da una netta superiorità azzurra a centrocampo. Anguissa-Lobotka-McTominay: è questo, ad oggi, il trio di reparto più forte del campionato italiano?"Di solito il centrocampo è il reparto che dà la misura della bontà della squadra, ma se poi non hai calciatori bravi nei restanti ruoli... Il concetto del gioco di squadra è che il collettivo viene esaltato dalla qualità del singolo e viceversa: questa è la bellezza del calcio. Da solo puoi essere il più bravo del mondo, ma senza una squadra competitiva, non si va da nessuna parte. Ripeto sempre ciò che mi insegnavano i miei maestri: 'Se hai un'orchestra sinfonica, per essere all'altezza, i musicisti devono essere i più bravi possibili individualmente. C'è il fenomeno solista che esprime le qualità di quest'orchestra, ma se il collettivo è scarso, il singolo può anche essere il più bravo del mondo, ma la sinfonia è una cosa di squadra'. Il calcio funziona alla stessa maniera: puoi avere in squadra il calciatore più bravo, ma di solito le squadre importante vincono perché hanno lo zoccolo duro di calciatori importanti. La bellezza del calcio è questa: essere la rappresentazione migliore del gioco di squadra".
A San Siro contro il Milan, Roma, al Franchi con la Fiorentina, a Bergamo contro l'Atalanta e Juventus; 5 delle 9 reti messe a segno (finora) da Romelu Lukaku sono arrivate nei cosiddetti "big match". "Big" come "Rom": il centravanti belga ha già messo a tacere tutti gli scettici in merito alla decisone presa in estate da mister Conte?"Se l'hanno acquistato, vuol dire che erano coscienti del valore di questo calciatore. Purtroppo nello sport è così: quando vinci sempre, se poi perdi una gara, tutti dicono che sei in crisi. Se un pugile disputa 40 incontri e li vince tutti per KO, quella volta in cui dicono che è finito. È normale, fa parte del ruolo dello sportivo".
Antonio Conte ha un piano ben delineato in mente: far conquistare alla Società Sportiva Calcio Napoli il quarto Scudetto della propria (quasi) centenaria storia. Quante possibilità ha il condottiero di Lecce di emulare l'operato suo e di Luciano Spalletti al comando della formazione partenopea?"Questo non lo so, ma mi sembra che sia sulla buona strada per ottenere questo risultato. Ha un'ottima squadra, non ha le coppe, l'allenatore è di primo livello... Non so se possa vincere o meno, ma c'è da dire che le altre grandi, Inter a parte, sono sparite tutte. È strano che nel campionato italiano la corsa al titolo sia ristretta a due squadre; magari accade in Spagna, in Inghilterra... mentre in Italia, di solito, c'è sempre una volata a 3/4 squadre. Sia Napoli che Inter hanno un ottimo organico, due società solide, cosa molta importante, ma una delle due non ha il vantaggio di non avere le coppe e questo dettaglio, specialmente in Primavera, può incidere".
A cura di Alex Iozzi
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