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Il ricordo di Srivaddhanaprabha, Schmeichel: «Non ho potuto fare nulla»

Il ricordo di Srivaddhanaprabha, Schmeichel: «Non ho potuto fare nulla»

ROMA – Il Leicester che pareggia all'89' il gol del West Ham di Balbuena, uno stadio che esulta, i giocatori che si abbracciano. Il solito, quasi come un rituale, volo dell'elicottero del presidente delle Foxes, Vichai...

Redazione

ROMA - Il Leicester che pareggia all'89' il gol del West Ham di Balbuena, uno stadio che esulta, i giocatori che si abbracciano. Il solito, quasi come un rituale, volo dell'elicottero del presidente delle Foxes, Vichai Srivaddhanaprabha, seguito dalla squadra per lasciare lo stadio. Poi la tragedia. Il velivolo che precepita, si agita in aria e si schianta avvolto dalle fiamme senza lasciare scampo alle persone a bordo. Il 27 ottobre scorso non andrà mai via dalla memoria e dagli occhi di chi ha assistito a quell'attimo micidiale. Non andrà via dai ricordi di Kasper Schmeichel, il portiere del Leicester che si trovava quel giorno più vicino all'elicottero al momento dell'impatto: «Purtroppo ricordo tutto. Ricordo tutti i dettagli. Ero allo stadio insieme ad alcuni familiari che erano venuti dalla Danimarca e dopo la partita facemmo un giro intorno al campo e vedemmo l'elicottero, sempre una bella attrazione. Applaudimmo, salutammo e assistemmo alla partenza. Avevo visto quella scena cento volte, era una specie di rituale alla fine delle partite, però qualcosa non andò bene perché l'elicottero non era stabile in volo ed iniziò improvvisamente a cadere», ha raccontato Schmeichel a Sky.

LA TRAGEDIA - «Corsi verso il tunnel dello spogliatoio e costeggiai lo stadio. La gente fuori ancora non si era accorta di quello che stava accadendo. Feci uno scatto mentre gridavo alle persone di chiamare la polizia. Uno della sicuerezza mi vide e iniziò a correre. Arrivammo molto vicino all'elicottero. La polizia si avvicinò di più per vedere se poteva fare qualcosa. Ma era evidente che a causa dell'intenso calore che non c'era già più niente da fare. Fu orribile, stare lì senza poter far nulla». Corriere dello Sport.