estero

Son, dall’incubo della leva militare alla notte magica di Champions

Son, dall’incubo della leva militare alla notte magica di Champions

ROMA – Sono ancora sotto gli occhi di tutti le lacrime disperate di Son Heung-min, per tutti semplicemente Son, ai recenti Mondiali di Russia. Il velocissimo esterno sudcoreano del Tottenham, match-winner ieri sera nel derby inglese di...

Redazione

ROMA - Sono ancora sotto gli occhi di tutti le lacrime disperate di Son Heung-min, per tutti semplicemente Son, ai recenti Mondiali di Russia. Il velocissimo esterno sudcoreano del Tottenham, match-winner ieri sera nel derby inglese di Champions League con il Manchester City ed unico marcatore della propria Nazionale nel 2-1 per il Messico della scorsa estate, cadde preda di un pianto disperato, in mondovisione. C’era senza dubbio l’attaccamento per la maglia della selezione del proprio Paese, di cui è il simbolo nonostante la giovane età (non aveva ancora compiuto 26 anni), ma c’era anche una malcelata preoccupazione per l’incombente servizio militare, che avrebbe di fatto compromesso la sua carriera in Europa: nella Repubblica asiatica, infatti, vige l’obbligo di 21 mesi di leva per tutti i cittadini al di sotto delle 28 primavere, con pochissime eccezioni ed un caso storico furono i protagonisti della Coppa del Mondo 2002, giunti quarti dopo aver eliminato Italia (leggasi Byron Moreno) e Spagna, nel segno dell’allora perugino Ahn Jung-hwan. Son vide il proprio sogno andare in frantumi, tanto a livello professionale, quanto economico, dal momento che avrebbe dovuto lasciare il Tottenham per indossare la divisa dello Sangjue Sangmu (la squadra dell’esercito sudcoreano) a 100 euro al mese, contro i 360 mila percepiti a Londra.

L'ESCAMOTAGE - Rimaneva un’unica, disperata, via di fuga: i Giochi Asiatici in Indonesia, manifestazione riservata alle Nazionali Under 23, in programma tra agosto e settembre dello stesso 2018. Soltanto il via libera del club di appartenenza, che avrebbe dovuto rinunciare al proprio funambolo per i primi tre match di Premier League con Fulham, Manchester United e Watford (nulla a confronto rispetto a 21 mesi), la chiamata come fuori-quota del ct Kim Hak-bum e la vittoria finale avrebbero permesso a Son di continuare a cullare il proprio sogno. Ma ci sono favole che non conoscono epilogo diverso da un lieto fine, così si giunge in fretta all’ultimo atto della competizione, con una soffertissima vittoria, per 2-1, ai tempi supplementari contro il Giappone, in cui l'esterno del Tottenham entra in entrambe le marcature mettendo a referto un doppio, strabiliante, assist (saranno 5 in totale, più un gol, in 6 presenze). La coppa alzata al cielo da capitano ed una gioia incontenibile sfociano in un nuovo pianto, dal sapore decisamente diverso, dominato dalla gioia di far ritorno in Europa. Da uomo libero.

DALLA COREA A LONDRA - Son decide di lasciare Seoul nel 2008, all’età di 16 anni, per provare l’esperienza nelle giovanili dell’Amburgo, dove riesce a completare la trafila ed esordire poi in prima squadra in Bundesliga. Il primo gol da professionista in Germania risale al 30 ottobre 2010 nella sfida di campionato contro il Colonia. Il giocatore si fa notare nel campionato tedesco e, nel 2013, passa al Bayer Leverkusen per circa 10 milioni di euro. Ed è ad agosto 2015, infine, che si trasferisce in Inghilterra alla corte del Tottenham: il suo trasferimento vale 18 milioni di sterline per le casse del Bayer. Dopo un inizio deludente in Premier League, dovuto probabilmente anche a problemi di adattamento, Son riesce a trovare spazio nella squadra guidata da Pochettino e a ottenere la fiducia del tecnico degli Spurs. E’ nella stagione successiva che il sudcoreano esplode davvero, con oltre 20 reti stagionali. Da quella stagione, è uno dei calciatori più importanti nella rosa del Tottenham, uno dei giocatori più decisivi degli Spurs. In questa annata, l’ex Amburgo e Bayer Leverkusen ha collezionato 26 presenze in Premier League realizzando 12 gol mentre, in Champions, ha trovato due reti in nove partite.