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Caos Covid in Premier, il punto della situazione e le posizioni degli allenatori

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La situazione in Premier League, in particolare dal punto di vista dei diversi allenatori nel corso delle rispettive conferenze stampa

Luigi Orti

La nuova variante Omicron sta mettendo in ginocchio la Premier League. Tra partite rinviate e squadre completamente dimezzate, gli allenatori vedono il problema da diversi punti di vista e le società si adoperano per trovare una soluzione.

Una Premier League con metà delle partite della prossima giornate rinviate

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Il problema rinvii è il primo campanello di allarme che ha fatto incrinare l'organizzazione inglese circa le misure anti-covid. Nella scorsa giornata, la 17esima, sono state rinviate 3 partite a causa dell'alto tasso di positivi nelle squadre. In vista della prossima giornata le partite rinviate sono salite a 5, la metà di tutto il palinsesto. Un dato molto allarmante che è alla base della riunione organizzata dai club.

Proprio i vertici dei 20 club si incontreranno lunedì per discutere delle condizioni del campionato e della possibilità di fermare il torneo per poter fermare questo dilagarsi dei contagi. A proposito dello stop sono intervenuti alcuni allenatori, in particolare Jurgen Klopp, allenatore del Liverpool e Thomas Frank, allenatore del Brentford.

In conferenza stampa, Klopp ha dichiarato: "Non sono contrario a uno stop ma non vedo benefici al 100%. Perché se ti fermi ora per una o due settimane e salti 5-6 partite, quando le vuoi giocare? Dall'altra parte è difficile andare avanti perché i giocatori si infettano. Abbiamo in mezzo anche partite di FA Cup dove se non sbaglio l'avversario non ha un vero e proprio regime di test o il tasso di vaccinazione è basso. In definitiva ci sono molte cose che vanno discusse".

Un punto di vista in parte opposto a quello del tecnico del Brentford, il quale si è appellato al buon senso della Premier stessa, chiedendo che tutte le partite di questo weekend vengano rinviate, nella speranza di salvare il Boxing Day.

Estremamente spaventato è Steven Gerrard, allenatore dell'Aston Villa, il quale in conferenza stampa ha dichiarato: "A oggi siamo pronti a giocare, ma siamo in costante paranoia. Ogni giorno abbiamo i tamponi rapidi e i test PCR due volte alla settimana. Ho persino paura di guardare il mio telefono perché può arrivare da un momento all'altro la chiamata del dottore che ci porta novità".

Preoccupante assenza è quella di Pep Guardiola, allenatore del Manchester City, il quale ha cancellato la sua ordinaria conferenza stampa del venerdì a causa di un test al quale si è sottoposto che ha dato un risultato inconcludente. Il tecnico dovrà restare lontano dalla sua squadra fino al risultato del nuovo test PCR e qualora dovesse risultare positivo dovrà autoisolarsi per 10 giorni.