editoriali

Un anno Con(te): così Antonio ha guidato la nave in tempesta

Un anno Con(te): così Antonio ha guidato la nave in tempesta - immagine 1
Un giorno come oggi del 2024 la storia recente del Napoli rischiava di cambiare radicalmente
Ugo Casadio

Oggi, giovedì 5 giugno 2025, ricorre il primo anniversario di una delle date più importanti della storia recente del Napoli (scudetti a parte): l'avvento di Antonio Conte sulla panchina azzurra.

Conte-Napoli, binomio vincente

—  

Un giorno come oggi del 2024 la storia recente del Napoli rischiava di cambiare del tutto. Senza voler mischiare il sacro col profano, l'avvento di Antonio Conte tra le braccia calde della Dea Partenope potrebbe essere quasi paragonato alla venuta dell'Altissimo. Sì, perché Napoli era in preda a un vero e proprio delirio, il post scudetto era stato a dir poco traumatico e la piazza sprigionava furia da tutti i pori, come solo lei - nel bene e nel male - sa fare. Solo un uomo sarebbe stato in grado di domare quella nave in tempesta, una nave quasi del tutto sopraffatta dalla mareggiata. E quell'uomo era nativo di Lecce ed aveva tanta voglia di rimettersi in gioco in Italia, in una piazza che fosse tanto calda quanto il suo stato d'animo. Il binomio Conte-Napoli nasce nel grande scetticismo, ma solo di chi in realtà temeva quanto poi accaduto lo scorso 23 maggio. "Con quella rosa che cosa può fare", "Ma come pensate che possa coesistere con De Laurentiis", "Si dimette dopo i ritiri estivi". Questa è solo una parte della narrazione fuorviante portata avanti da chi, sotto sotto, di Conte è grande estimatore. Sì, perché il più grande complimento che si possa fare ad uno sportivo, ad un uomo estremamente competitivo, è proprio quello di mostrargli che ne hai paura, che lo temi.


Una stagione da ricordare

—  

La stagione è inevitabilmente tribolata, qualche frecciatina dal tecnico alla società arriva, ma è inevitabile pensare il contrario con Antonio in panchina. Basta saperle interpretare. Il più delle volte sono moniti alla società, un indicare la via della crescita. Perché ricordiamolo a chi da sotto la "Madunina" diceva di non averne bisogno, che Conte è in primis un manager. Chi lo ingaggia lo fa per crescere. È la regola non scritta di Antonio Conte: "Chi si interfaccia con me ne uscirà a prescindere migliorato". E allora onore al merito ad Aurelio De Laurentiis per averlo ingaggiato, per averlo trattenuto, e - si spera - averlo accontentato in tutte le richieste per il futuro. Perché se oggi il Napoli rischia di cambiare diametralmente dimensione, e di poter aprire un ciclo vincente, è anche merito del patron azzurro, ma è - soprattutto - grazie a quello che dopo questa stagione è forse attualmente il miglior tecnico che il pallone abbia da offrire: Antonio Conte.

A cura di Ugo Casadio. 

©RIPRODUZIONE RISERVATA