Da una provocazione spesso sono nate, e si sono sviluppate, trattative di mercato. La provocazione spesso appartiene a una logica. E se proprio dobbiamo dirla tutta la logica è incorporata in simile incastro: Icardi alla Juve, Dybala all’Inter. In questo modo Paratici completerebbe un inseguimento (lo ha detto lui) appena abbozzato la scorsa estate. Mentre Marotta e Ausilio avrebbero il sostituto ideale, con rispetto per gli altri candidati. A patto che Dybala faccia il centravanti, non il trequartista e neanche il mediano aggiunto. Quando Marotta lo portò alla Juve strappandolo al Palermo e stoppando il disperato tentativo firmato Berlusconi-Galliani, nella sua testa c’era il “nove classico” in grado di garantire 20 gol a stagione. E con i numeri ci saremmo, controllateli, se poi non fossero subentrate le paturnie tattiche, i depistaggi lontani dalla porta, le panchine con qualche risalita.
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Dybala-Icardi: lo scambio è giusto per Juve e Inter
Da una provocazione spesso sono nate, e si sono sviluppate, trattative di mercato. La provocazione spesso appartiene a una logica. E se proprio dobbiamo dirla tutta la logica è incorporata in simile incastro: Icardi alla Juve, Dybala...
LE VALUTAZIONI - Nelle provocazioni poi ci stanno le valutazioni, che non è soltanto una rima. Esempio: quanto vale Icardi? Per l’Inter almeno i soldi della clausola che riparte - fino a prova contraria che oggi non c’è - la prossima estate. Esattamente 110 milioni. Per gli studiosi del mercato c’è una legge inconfutabile e incontrovertibile: se non giochi più, anche se eri il capitano, non puoi chiedere 110 milioni e forse neanche 80 o 90. Qui si consumerà la partita, a maggior ragione se nel frattempo non maturassero cose completamente nuove rispetto al muro altissimo che porta a zero dialoghi. Se per l’Inter oggi Icardi è la clausola, per la Juve il signor Dybala è tripla cifra. Che poi sarebbe una variabile da 120 milioni in su, sapendo che qualcuno si potrebbe arrampicare fino a quel tetto. Sia chiara una cosa: anche se gioca poco, oppure fuori ruolo, oppure con entusiasmo non al top, Paulo viene considerato il centravanti perfetto. In Italia, all’estero, ovunque, dalle big, dalle tre o quattro di primissima fascia (Real in testa). Magari dalle stesse che sperano, tifano, immaginano o vorrebbero una rottura definitiva con la Juve.
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