Se cadesse il governo, gli ha chiesto la cronista, sarebbe pronto a guidare una lista Conte, o piuttosto ad assumere un ruolo più politico nel Movimento Cinquestelle? E lui, il premier, l’ha buttata lì, senza pensarci troppo: «Se il posto è ancora libero, sarei disposto ad allenare la Roma». L’ironia spesso spiega più di quel che dice. Che Giuseppe Conte cerchi rifugio in uno spogliatoio, quello giallorosso, sconvolto da epurazioni, rifi uti e veleni di ogni tipo, la dice lunga su quanta pena egli abbia del suo attuale gabinetto. Dove, a dispetto dell’omonimia con il più noto (calcisticamente parlando) allenatore dell’Inter, il premier non ha mostrato né il piglio del condottiero leccese, né la saggezza testaccina di un Ranieri, ma piuttosto l’andatura a tentoni di un Montella.
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Il Conte che serve alla Roma
Se cadesse il governo, gli ha chiesto la cronista, sarebbe pronto a guidare una lista Conte, o piuttosto ad assumere un ruolo più politico nel Movimento Cinquestelle? E lui, il premier, l’ha buttata lì, senza pensarci troppo:...
È generosa la premura del presidente del Consiglio tifoso. Ma la Roma è davvero un caso disperato. E la salvezza dell’Italia è cosa troppo importante perché egli distolga il suo impegno da questo obiettivo. Resti pure a Palazzo Chigi. Finché ce la fa. A Trigoria se ne faranno una ragione.
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